Arriveranno venerdì prossimo in Veneto le prime 14.000 dosi di Johnson&Johnson.
IL RESOCONTO
Stando al resoconto della struttura commissariale anti-Covid, aggiornato a ieri sera, in Veneto sono state somministrate 1.113.746 dosi. I numeri della Giunta regionale aggiungono che, dei 358.540 ultra 80enni, è stato coinvolto il 78,9%, di cui il 43,9% per la prima dose e il 35% anche per la seconda. Fra i 70 e 79 anni, in tutto 494.443, il 2,5% ha avuto il ciclo completo e il 33% ne ha fatto metà. Fra i disabili, il 22% è già del tutto immunizzato, mentre il 26,5% attende il richiamo. Le iniezioni procedono però a un ritmo non superiore a 30-35.000 al giorno (33.545 giovedì), dato che le forniture medie sono di circa 150.000 alla settimana. «Invece il nostro potenziale quotidiano dice Zaia sarebbe di 50.000 pazienti con i nostri vaccinatori e altri 30.000 con medici di base, ai quali vanno aggiunte 1.500 farmacie e tutte le aziende disponibili. Per fare 100.000 vaccini al giorno non avremmo problemi, se avessimo le giuste quantità».
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RICHIESTA E RISPOSTA
Ieri il presidente della Regione ne ha parlato con il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, dopo che giovedì il tema era già stato al centro del confronto con il premier Mario Draghi. «Non è vero che ho alzato la voce precisa Zaia però ho fatto presente che delle dosi abbiamo bisogno come il pane. So che la colpa è dell'Europa, ma allora spero che il Governo decida di liberarsi le mani e andarsi a comprare i vaccini. Al generale Figliuolo ho chiesto comunque se c'è la possibilità di averne di più e si è dichiarato disponibile a verificarlo». Come prima risposta, Figliuolo ha comunicato che verranno allungati a 42 giorni i richiami di Pfizer e Moderna, finora fissati rispettivamente a 21 e 30, così da ampliare il giro delle prime dosi. Al momento per AstraZeneca restano invece le 12 settimane. «Di questo vaccino non abbiamo avuto grandi rinunce rivela il governatore tanto che ai colleghi ho detto che, se gliene avanza, lo prendiamo noi».
L'ORGANIZZAZIONE
Per quanto riguarda l'organizzazione, le aziende sanitarie stanno predisponendo i progetti per le aperture notturne e i drive-through, luoghi in cui far transitare le auto dei vaccinandi come succede per i tamponi. «Ci stiamo dotando di grandi strutture per le vaccinazioni di massa spiega Zaia come capannoni spaziosi e climatizzati, che consentono percorsi lunghi fino a mezzo chilometro. Ringrazio gli imprenditori che ci offrono gratuitamente i loro siti». È il caso dell'ex Pagnossin a Treviso, mentre sono escluse tensostrutture come l'ospedale donato dal Qatar, che la Protezione civile ha in parte frazionato tra i punti vaccinali di Chioggia, Agordo e Verona. L'associazione Veneto per le Autonomie, presieduta da Simonetta Rubinato, chiede di coinvolgere i medici di famiglia: «Il meccanismo va migliorato mettendo in campo una campagna vaccinale di prossimità». L'assessore regionale Manuela Lanzarin annuncia: «Ora ogni medico di medicina generale ha il proprio codice per entrare nel portale e verificare se i propri assistiti non sono inseriti nelle liste. Quanto alle 16 squadre dell'Esercito, sono scese a 8 e divise fra le Ulss, tranne quella di Padova dove resterà attivo l'ospedale militare».
A.Pe.