La Treccani del Piave, storia di una lingua: il gigantesco vocabolario etimologico ed etnografico

Domenica 18 Dicembre 2022 di Maurizio Crema
La Treccani del Piave, storia di una lingua: il gigantesco vocabolario etimologico ed etnografico

Quasi ottant'anni per scrivere un libro! Forse un po' troppi? Dipende da quello che c'è dentro. Egidio Bergamo, decano dei collaboratori del Gazzettino, vi ha racchiuso l'anima di un popolo, la storia, la cultura, le tradizioni e la lingua delle genti del Piave e del Livenza. La famosa rassa Piave, gli abitanti di un insieme di 103 comuni attraversati dal fiume sacro alla Patria, intersecati da radici comuni che tuttora trovano un punto di contatto nella parlata, dialettale ancora molto diffusa. Dialetto, si usa dire, lingua corregge Bergamo che ha realizzato il Vocabolario etimologico etnografico del dialetto del Bacino del Piave e del Livenza (edizioni Equilum), che verrà presentato martedì 20 dicembre, alle 15 al teatro Vivaldi di Jesolo.
Una pubblicazione sofferta per la difficoltà di trovare un editore disposto a sostenerla.

Decisivo è stato l'intervento del Comune di Jesolo. Non per tutte le tasche il prezzo: 440 euro che in fase di lancio saranno ridotti a 350. Per contenere l'enorme mole di materiale, raccolto da Egidio scavando nel giacimento culturale a cielo aperto, sparso nel bacino dei due fiumi, sono stati necessari tre volumi. In stile Treccani, si specifica nella locandina per dare un riferimento conosciuto e, forse, per dare una certificazione di qualità dei contenuti. Un'opera colossale, fuori dal tempo e dalla logica, in un momento storico in cui la carta sta cedendo il passo all'online.


ENORME PROGETTO
Il Vocabolario è una sorta di monumento letterario alla cultura di un popolo che a stento riusciva a leggere. Finché non si sfoglia questa Treccani del Piave è difficile capirne il peso specifico. Più delle parole spiegano i numeri: oltre 2.600 pagine, 8 chilogrammi di peso, 17.500 lemmi, di cui 10.357 corredati di testo ed etimologia, 26.370 esempi dell'uso dei lemmi, 5.193 ricordi legati alle parole, 3.501 modi di dire, 3075 proverbi e ben 406 racconti in lingua dedicati a storie che narrano la civiltà contadina e personaggi locali. E ancora, tre appendici: alla lingua della Piave; all'etnografia, con una galleria di foto d'epoca che raccontano la storia universale del contadino; e all'arte con una ricca raccolta di immagini dei quadri di Cesco Magnolato, pittore, incisore espressionista che da San Donà ha pennellato, con il suo tocco graffiante, la storia contadina nel Novecento.


UN LIBRO UNA VITA
Un'opera imponente - sicuramente nelle dimensioni - alla quale Bergamo, oggi ultranovantenne, con postura e baldanza da autentico figlio della rassa Piave, ha dedicato gran parte della sua vita. «L'idea mi è venuta ai tempi del liceo e il progetto ha preso corpo lentamente. Mi ero prefisso due obiettivi, che spero di aver centrato: celebrare la civiltà contadina di impronta medioevale tra Ottocento e prima metà del Novecento e recuperare in extremis parole ed espressioni arcaiche, destinate ad essere travolte dall'evoluzione della lingua italiana, ormai satura di invadenti anglicismi». Bergamo - formazione umanistica, temprata da alcun anni di seminario, una vita assieme alla sua Albertina, due figli che lo hanno sostenuto in questa impresa - ha passato l'esistenza tra i libri, al lavoro, svolgendo le mansioni di bibliotecario capo del comune di Jesolo, e nelle ore libere, ancora sui libri per le ricerche storiche. Quando ha cominciato non c'era Internet. Tutto si faceva a mano, trascrivendo o al massimo fotocopiando. Cammin facendo, nel corso dei decenni, Egidio ha avuto il conforto, di diversi buoni maestri che lo hanno aiutato ad elevare la qualità dell'opera.


GLI ISPIRATORI
Ma nei tre volumi ne restano profonde tracce e le illuminanti parole. Ulderico Bernadi, sociologo e grande studioso delle tradizioni culturali venete, ricorda come sia la lingua, più che la geografia, a tracciare i confini. «La linea della Piave (al femminile, come si diceva in origine) è tracciata dal verbo prendere. Nella sponda destra in dialetto diventa tor, nella sponda sinistra è cior, che ritroviamo fino in Istria e Dalmazia, nel poco che resta della diaspora giuliana». Una parola due mondi. Giorgio Lago, che aveva visionato l'opera una ventina d'anni fa, trovò una sintesi efficace: «L'albero degli zoccoli della gente del Piave». E ancora Francesco Jori: «È come se in queste pagine confluisse il coro di voci di una miriade di cantastorie che si esprimono, con intonazioni e contenuti diversi, pur appartenendo ad una area relativamente ristretta. Ne risulta un'opera duplice: quella dotta del dizionario etimologico ed etnografico e quella popolare con il racconto di una storia antica, che in realtà appartiene all'altro ieri». E come non ricordare i consigli di Manlio Cortelazzo, docente di Dialettologia all'università di Padova, che doveva difendersi dagli appostamenti di un giovane Bergamo nei saloni del Bo. «Quando sono riuscito a fargli leggere qualche pagina mi ha guardato stupito e si è complimentato - racconta l'autore - È stato il suo apprezzamento a darmi la forza di insistere. Il professore ci teneva tanto a questo lavoro e mi ha dato molti suggerimenti».


TRA IL POPOLO
I contributi alla stesura di quest'opera sono stati moltissimi, non solo da parte di docenti e studiosi. Bergamo in questa lunghissima elaborazione del Vocabolario ha intervistato, meglio dire chiacchierato con migliaia di persone, soprattutto i veci, custodi di ricordi personali. Frammenti di storie familiari, aneddoti, leggende, ricordi, piccoli segreti. Un puzzle di testimonianze tramandate oralmente e destinate ad essere cancellate dallo scorrere del tempo. Con questi tre volumi Egidio mette in cassaforte e consegna ai posteri un lungo capitolo di storia contadina. Pagine ingiallite, scritte da un popolo analfabeta, che con la tenacia, il lavoro, il sacrificio, il dolore, le privazioni, i tanti lutti, le preghiere, le bestemmie, l'amore per la propria terra, ha posto le premesse per la nascita del Veneto e del Friuli che viviamo oggi.


(vittorio.pierobon@libero.it)
 

Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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