Veneto Banca, Zago vuole il 50,1%
«Troveremo 501 milioni di euro»

Sabato 4 Giugno 2016
Veneto Banca, Zago vuole il 50,1% «Troveremo 501 milioni di euro»
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TREVISO - «Ora il nostro obiettivo è raccogliere più di mezzo miliardo di euro e avere la maggioranza. E poi vediamo cosa farà Atlante e chi gestirà la banca». L’industriale trevigiano Bruno Zago, presidente dei grandi azionisti dell’associazione "Per Veneto Banca" (8% dichiarato del capitale dell’azienda di credito), raddoppia la sfida dopo la scoppola dei 10-50 cent del prezzo dell’azione per l’aumento di capitale da un miliardo nell’offerta che dovrebbe partire l’8 giugno e il diktat del fondo Atlante che per intervenire vuole almeno il 50,1% del capitale. «Esperti mi hanno detto che non sarebbe necessario il 25% del capitale sottoscritto per andare in Borsa, basterebbe il 10% - spiega al telefono Zago, che ormai si dedica a questa battaglia giorno e notte, sabato e domeniche compresi - ma Atlante ha messo la sua condizione, vuole la maggioranza. E allora la maggioranza del capitale la sottoscriveremo noi, vecchi e nuovi soci».
Zago sa dell’appello della presidente degli industriali di Treviso Maria Cristina Piovesana («l’ho sollecitato io, nei prossimi giorni andrò a parlare con altre associazioni, gli imprenditori si devono muovere") ma non del tentativo di suicidio a Montebelluna: «Capisco la disperazione di quell’imprenditore, tutti noi abbiamo perso milioni. L’unica cosa che posso dirgli è che la partita non è persa, che possiamo ancora farcela a tenere questo istituto in Veneto, che ci potrà essere ancora una rappresentanza del territorio in quella banca e che verrà fatta chiarezza se ci sono stati abusi o manovre strane. Io e mia moglie in questo aumento di capitale siamo disposti a mettere qualche milione di euro e in molti altri lo faranno, ne sono certo. Ricevo ogni giorno decine di chiamate di risparmiatori che mi chiedono cosa fare, c’è grande voglia di non arrendersi a questa manovra che mi sembra abbia una regia dall’alto».
Anche se riuscirete a sottoscrivere mezzo miliardo rimane sempre da versare altrettanto per salvare la banca, la domanda diretta. «Troveremo altri investitori, sono fiducioso e anche abbastanza sereno».
Zago è però deluso dal nuovo presidente Stefano Ambrosini, eletto anche con i voti della sua associazione. «L’ho incontrato lunedì scorso, mi ha detto che ha le mani legate, che la Bce ha dato precise disposizioni e che l’operazione è in mano al direttore generale Cristiano Carrus - rivela l’imprenditore trevigiano -. Mi ha deluso per la sua freddezza: non mi sembra lì per fare gli interessi dei vecchi soci. Ma mi chiedo: se Veneto Banca è così una schifezza perché Atlante è pronto a metterci un miliardo? La verità è che pensa di fare un affare e che Veneto Banca vale molto di più di 10 centesimi per azione. Comunque non ce l’ho con loro, né con Ambrosini né con Carrus: qualcuno gli ha imposto di fare così e loro stanno al gioco».
Domani mattina la riunione decisiva dei grandi soci a Treviso, hotel Maggior Consiglio. «Ci troviamo per decidere la linea d’azione, le porte della riunione sono aperte a tutti gli azionisti di Veneto Banca. Ripeto: ce la possiamo fare».
A Trento invece parla Alessandro Penati, il presidente del fondo Atlante: «Faccio ancora gli scongiuri e spero di non diventare azionista di Veneto Banca. Ci sono tanti imprenditori veneti che speriamo se la comprino». Poi la precisazione: con Bper non c'è stata «trattativa, c'è stato solo un incontro» e «durante il processo di Ipo non parlo con nessuno. Quando ci sarà la fine, Bper e tutti gli altri potenzialmente interessati - perché interesse c'è - verranno e faranno le offerte e se vogliono il 51% io glielo do ma al mio prezzo naturalmente».
Penati non esclude si possa trovare un partner entro fine anno per la Popolare di Vicenza, che Atlante controlla al 99,33%: pensiamo di «uscire in 18-24 mesi ma è possibile una sorpresa entro la fine dell'anno, con un incasso parziale e trovando un partner».
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