Incitavano alla disobbedienza fiscale, blitz della Digos dai venetisti

Mercoledì 30 Novembre 2016
Una protesta venetista in foto d'archivio
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VICENZA - Blitz anti venetista ordinato dalla procura di Vicenza. Nel mirino una ventina di persone che, sotto la sigla Cnl Veneto, avrebbero organizzato riunioni per la disobbedienza fiscale, nel nome del non riconoscimento dello Stato Italiano.

Le perquisizioni sono scattate all'alba di ieri: la Digos le ha effettuate nelle province di Vicenza, Treviso e Verona. Nel Vicentino avrebbero riguardato  sia il capoluogo, sia centri come Marostica, Montecchio, Malo e altri comuni altovicentini, Valdagno, Arzignano. L'accusa è di appartenere a un'associazione a delinquere con violazione di una legge che punisce l'istigazione a ritardare e non effettuare il pagamento delle tasse. L'inchiesta sarebbe nata dopo proteste e attività che avrebbero impedito controlli fiscali in aziende e negozi, o da esercenti, tra Malo, Piovene e e Trissino.

Nelle pagine web e facebook del sedicente Comitato di liberazione nazionale Veneto si legge: «Forze militari dello stato occupante italiano (Digos) irrompevano in casa di esponenti del Comitato di liberazione nazionale Veneto e facenti parte della Autorità nazionale veneta, emanata dallo stesso, con mandati di perquisizione e di sequestro di beni personali (computer, chiavette usb, documenti vari di proprietà degli stessi o di proprietà della Tutela genti venete) con l’accusa  di istigazione e divulgazione al popolo veneto di come non pagare le tasse  allo stato occupante italiano». «Il Clnv (soggetto di diritto internazionale) - continua la nota venetista - opera in base ai trattati, patti e leggi internazionali ratificate dallo stato Occupante italiano stesso con tanto di Belligeranza per far valere i protocolli aggiuntivi di Ginevra, anch’essi ratificati dallo stato italiano: tutte queste leggi si riferiscono al diritto internazionale all'autodeterminazione dei popoli». E qui il comunicato riporta gli estremi e gli articoli del "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici” adottato a New York il 19 dicembre 1966 e ratificato dall’Italia con legge n.881 del 25 ottobre 1977". 

Lamentando perciò una «grave violazione dei trattati internazionali e dei soggetti dichiaratisi di diritto internazionale in autodeterminazione del popolo veneto per il riconoscimento dello stesso», la nota prosegue spiegando che Clnv e Autorità nazionale veneta già ieri pomeriggio hanno inoltrato all’attenzione dell’alto commissariato dei diritti dell’Uomo (Onu di Ginevra) e alla Croce Rossa internazionale di Ginevra tramite i canali ufficiali fornitici da loro, una denuncia ufficiale dell’accaduto, con copie di documenti di perquisizione, con fermi di polizia nelle questure di Vicenza e Verona. Copia di tutto ciò è stato inviato anche a canali ufficiali del Cremlino». Il comunicato annuncia quindi l'imminente invio delle denunce «a nome di chi ha effettuato le perquisizione e i fermi in questura alla Corte Internazionale dell’Aia».

Questi i nomi degli indagati. Nella Marca trevigiana sono Teresina Zorzi di Asolo e Luigi Arriccio di Castelcucco. Nel Veronese sono Patrizia Badii di Verona e Flavio Resentera di Badia Calavena. La maggior parte sono vicentini: Marco Caltran, Moreno Rigo di Montecchio Maggiore; Francesco Cichellero di Valli; Silvano Santini, Costantino Neresini e Vittorio Angelo Perin di Valdagno; Enrico Carraro di Longare; Erica Scandian di Malo; Orazio Scavazzon di Marostica; Maurizio Bedin, Massimo Panarotto e Gabriele Marco Perucca Orfei di Vicenza; Maurizio Tregnago di Cornedo; Ruggero Peretti e Katia Sanson di Arzignano.
Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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