Nove espulsi dalla Lega, Coin: «Regole chiare». Andretta: «Non considerato l’impegno»

Lunedì 8 Maggio 2023 di Giuliano Pavan
Cristina Andretta

VEDELAGO - La Lega continua a perdere pezzi. Sono nove, infatti, le espulsioni decretate martedì dal consiglio federale di via Bellerio: sette a Vedelago e due a Motta di Livenza. Che sarebbe successo si sapeva. Ora è diventato ufficiale. «Le regole sono chiare e ben note a tutti gli iscritti - fa il punto Dimitri Coin, segretario provinciale della Lega - E dico di più: sono state stabilite molti mesi fa. Nei Comuni con più di 15mila abitanti il centrodestra corre unito. E il candidato sindaco è frutto di una sintesi fatta dalla coalizione. Chi decide di presentarsi alle elezioni contro il candidato prescelto è automaticamente espulso dal partito. Punto. Non solo: è stato deciso di appoggiare tutti i sindaci uscenti ricandidabili e, nel caso fosse stato raggiunto il limite dei due mandati, è stato scelto un candidato dopo un confronto con la coalizione che lo sosterrà alle elezioni della settimana prossima. È successo così sia a Vedelago che a Motta di Livenza». 
 

LE ESPULSIONI
Come detto, a Vedelago i cartellini rossi sono stati sventolati in faccia a sette (ormai) ex leghisti: il sindaco uscente Cristina Andretta, il vicesindaco Marco Perin (ora candidato civico contro Giuseppe Romano, l’uomo scelto dal centrodestra unito), la consigliera provinciale Francesca Laner, gli assessori uscenti Fabio Ceccato e Roberto Nicoletti, il consigliere comunale Luca Ballan e la sostenitrice Vanna Sartoretto. A Motta di Livenza, invece, i silurati dal partito sono l’ex vicesindaco Ercole Girotto (candidato sindaco della civica Uniamo Motta contro il sindaco uscente Alessandro Righi, sostenuto da Lega, Fdi e Forza Italia), e la storica militare del Carroccio Stefania Buran, che della Lega fu anche segretaria della circoscrizione opitergino-mottense prima che la riforma statutaria proposta da Matteo Salvini ne cancellasse l’esistenza. 
 

LE REAZIONI
Cristina Andretta, in primis, non ha gradito il modo con cui si è scelto di puntare su Romano e non su Perin: «È venuto meno il riconoscimento dell’impegno profuso in questi anni di amministrazione - afferma - E questo ci ha costretto a prendere delle scelte diverse.

Fratelli d’Italia è sempre stata all’opposizione, un’opposizione forte, critica e non produttiva». Non solo: «La maggioranza dei militanti aveva scelto Perin come candidato sindaco, dovrebbe servire no? Però quando la maggioranza pochi mesi prima votò un segretario della Lega allora va bene. E poi c’è chi parla di condivisione, di nuovi modi e metodi. La verità è importante così come la lealtà. Orgogliosa di far parte del mondo civico». Sentimento condiviso anche da Ercole Girotto: «Prendo atto di quello che hanno deciso, non c’è granché da dire. A questo punto è anche difficile esprimersi - sottolinea il candidato sindaco di uniamo Motta - È però evidente che la Lega non è più quella di una volta, è spaccata un po’ ovunque, anche a Treviso. Quindi è un problema diffuso. La base, diversamente dal passato, non è più presa in considerazione: le decisioni vengono prese dall’alto e seguono altre dinamiche in cui non mi riconosco più. Rammarico? sì, c’è stato, ma ho voltato pagina: ora mi concentro sulla campagna elettorale perché, alla fine, l’ultima parola ce l’hanno sempre gli elettori».

Ultimo aggiornamento: 07:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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