Un'oasi nell'ex cava, la movida green dei due Dj veneti: «Qui si sta a piedi nudi e si mangia a km 0» Foto

Sabato 14 Agosto 2021 di Federica Baretti
Un'oasi nell'ex cava, la movida green dei due Dj veneti

VEDELAGO (TREVISO) - Le fate esistono e abitano a Vedelago, in un ex cava trasformata in un luogo magico popolato da libellule, api, farfalle e figli dei fiori. Il Lago delle Fate, visionario progetto dei due musicisti trevigiani Lady Brian e Igor S, protagonisti nelle consolle delle discoteche venete e nazionali come vocalist e deejay negli anni Novanta e Zero, è diventato realtà.

L'incantevole area rurale di sei ettari, baciata da acque di risorgiva al confine tra i comuni di Vedelago e Istrana, è diventata un'oasi verde fuori dal mondo, accreditata come turismo rurale e ittiturismo, dove si può trascorrere l'intera giornata pranzando o cenando, seguire dei corsi di pesca no kill, rilassarsi passeggiando lungo i percorsi verdi, imparare a conoscere gli animali e le piante. E prossimamente, tenendo conto all'evoluzione della pandemia, ascoltare dei concerti sulle zattere galleggianti sul lago, così come in mezzo al bosco o sulla terrazza sull'acqua di prossima realizzazione. Il fatto che i soci del Lago delle Fate abbiano stretto una partnership con il New Age Club e Suonica, è un indizio importante: a Vedelago potrebbero arrivare musicisti di fama internazionale, particolarmente sensibili alle tematiche ambientali, in linea con la filosofia di Brian Carnevale e Igor Dozzo. «Madre natura ci ha regalato questo posto - spiega Brian - e noi abbiamo il dovere di preservarlo, così come abbiamo il dovere di preservare il pianeta in cui viviamo. Ci sentiamo dei ragazzi un po' ribelli, dei figli dei fiori pieni di ideali. Con tutti i soldi che avevamo a disposizione e l'aiuto di tantissimi amici abbiamo realizzato un qualcosa di magico, un posto dove tutti coloro che amano la natura sono i benvenuti». 


ANNI SETTANTA

Al centro della scena, fronte lago, un Volkswagen T2, simbolo su quattro ruote degli anni Settanta e della cultura hippie, scenografia perfetta che racchiude l'atmosfera che si vive al Lago delle Fate, tra il magico e il freak. Come evocativo è anche il simbolo scelto per il logo del progetto, un soffione. Secondo un'antica leggenda irlandese, infatti, la corolla del dente di leone è la dimora delle fate. L'inaugurazione dell'area è avvenuta martedì 6 luglio. Ed è stato subito boom, tanto che per accedere nel weekend è necessaria la prenotazione e il fine settimana il sold out è la regola. «Abbiamo deciso di contingentare gli accessi anche oltre quello che prevede la normativa anti Covid - spiega Lady Brian - per permettere ai clienti di fare un'esperienza rilassante e di pace. Qui i bambini corrono a piedi nudi e stanno a contatto con la natura. Abbiamo delle educatrici a cui poter lasciare i piccoli per permettere ai genitori di andare a camminare nel bosco e tantissime attività, a partire dalla pesca didattica per adulti e ragazzi in modalità prendi e rilascia', nel pieno rispetto dei pesci. A breve partiremo con la fattoria didattica, tanto che abbiamo già preparato l'orto sinergico per la didattica dei bambini, e abbiamo appena inaugurato la terrazza panoramica sul lago per il rito del tramonto all'ora dell'aperitivo».


ORTO E NATURA

Al banchetto delle Fate si pranza e si cena con prodotti locali, provenienti dall'orto tradizionale in cui lo staff raccoglie gli ortaggi di stagione necessari per il fabbisogno dell'ittiturismo. Gli amari e le grappe sono del Montello, la birra delle Dolomiti, i vini di San Polo di Piave, le fritture solo di pesce di stagione. A breve sarà pronto il Miele delle Fate, prodotto all'interno dell'area, dove si è creato un ecosistema sostenibile pieno di farfalle, libellule, api, fiori spontanei. Il Lago delle Fate è aperto dal martedì al venerdì dalle 17.00 alle 22.00 (venerdì fino a mezzanotte), nel weekend dalle 10 a mezzanotte. Per il pranzo e la cena è obbligatoria la prenotazione. 


 

Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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