Morto nello schianto con la Ducati, la perizia scagiona l'automobilista: «Il centauro correva a 200 l'ora»

Giovedì 6 Aprile 2023 di Giuliano Pavan
SCHIANTO La Ducati 1199 Panigale della vittima secondo la perizia correva a 200 chilometri l'ora

VEDELAGO - Era finita a processo per rispondere di omicidio stradale in seguito all’incidente costato la vita ad Antonio Macrì, 42enne di Vedelago. Il giudice, a fronte degli esiti di una perizia cinematica per ricostruire l’accaduto, ha pronunciato ieri una sentenza di assoluzione: la moto condotta dalla vittima, infatti, viaggiava a 200 chilometri all’ora prima dell’impatto, una velocità di gran lunga superiore al limite consentito che, di fatto, non permette di addossare responsabilità a carico della 39enne, difesa in aula dall’avvocato Francesca Beraldo, che alla guida della sua auto, attraversando la Postumia, tagliò la strada al centauro.

L’ACCERTAMENTO

L’accertamento tecnico disposto dagli inquirenti ha stabilito che Macrì, appassionato di moto e fan di Valentino Rossi, quel 25 marzo 2019 stava percorrendo la Postumia a Vedelago a 200 chilometri orari. La 39enne si trovava invece in via Cal Croci Nord, e si stata apprestando ad attraversare la regionale, non accorgendosi della presenza della vittima. Quando Macrì si trovò di fronte la Bmw 118 della donna, ha tentato una “staccata” al limite per cercare di evitare l’impatto. il risultato fu che la ruota posteriore della Ducati 1199 Panigale del 42enne si alzò dall’asfalto sbalzando l’uomo in avanti. La perizia del tribunale ha stabilito che la vittima fece un volo di 80 metri, rotolando poi per altri 20 prima di schiantarsi contro un cartello stradale posto a lato della carreggiata. Il punto in cui Macrì ha spinto sui freni distava 87 metri dal punto d’impatto della moto con la vettura, avvenuto a una velocità di 147 chilometri orari. La Ducati Panigale, dopo aver sbattuto contro la Bmw, ha continuato la sua corsa per altri 50 metri, prima di fermarsi, spezzata in due, in un piccolo fossato a bordo strada.

L’INCIDENTE

Antonio Macrì era l’ultimo di 4 fratelli, due femmine e due maschi, e viveva con i genitori in via Staizza a Salvarosa. Grande appassionato di motori, era un instancabile lavoratore alle Smalterie metallurgiche castellane. L’incidente che gli è costato la vita è avvenuto poco dopo le 13. I soccorsi, subito allertati, una volta giunti all’incrocio del Barbesin non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 42enne. Qualche minuto dopo lo schianto, sul posto era arrivata anche la sorella della vittima, che ha subito riconosciuto il casco del fratello a bordo strada. Casco con l’autografo di Valentino Rossi, il suo idolo.

Ultimo aggiornamento: 17:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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