VALDOBBIADENE - Le hanno rubato l'amore della sua vita, costretta suo malgrado a non vederlo e non potersi più occupare di lui, gravemente malato.
La storia risale alla primavera di quest'anno e si svolge a Valdobbiadene, dove la sessantenne e il compagno si stabiliscono dalla fine degli anni 90. Poi lui, nel 2012, ottiene la separazione e nel 2017 il divorzio. Per oltre 20 anni i due hanno vissuto uno splendida storia d'amore che avrebbero voluto suggellare con il matrimonio, previsto per il giugno di quest'anno. Poi però arriva la malattia. L'anziano soffre di stati di agitazione, grande malessere e perdita di peso. Dopo una serie di ricoveri arriva la diagnosi, che è tremenda: sindrome a corpi di Lewy, una malattia degenerativa che ha caratteristiche sia dell'Alzheimer che del morbo di Parkinson.
I figli del 73enne, il cui riavvicinamento al padre si deve principalmente all'attuale compagna, inizialmente si mostrano molto collaborativi ma a Pasqua di quest'anno, in piena epidemia Covid, con la scusa di alleggerire la sessantenne del fardello e facendo finta di trasferirlo nella casa di uno di loro, finiscono invece con parcheggiare l'uomo dalla ex moglie. Inizia così il sequestro del 73enne, le cui condizioni di salute si aggravano fino a richiedere il ricovero prima in ospedale o poi in una struttura dedicata. Tempo nel corso del quale l'uomo avrebbe detto alla compagna, a cui era stato legato da un rapporto molto forte, di non volerla vedere. «Ma le sue condizioni - spiega la donna, che è assistita dall'avvocato Paolo Salandin - erano migliorate proprio in occasione del ricovero, mi chiedeva del cane a cui era molto affezionato e quando io sarei potuta ad andarlo a trovare, cosa che non mi era possibile a causa del Covid e delle regole sulla degenza». A scatenare le attenzioni dei figli e della ex moglie sarebbe, a sentire la 60enne, la ricca pensione dell'uomo ed un conto corrente di un centinaio di migliaia di euro, su cui i parenti avrebbero già messo gli occhi, compiendo operazioni quantomeno sospette.