Vaiolo delle scimmie, tbe da zecca e la malaria colpiscono la Marca: primi 4 casi di mokeypox

Martedì 19 Luglio 2022 di Mauro Favaro
Vaiolo delle scimmie, tbe da zecca e la malaria colpiscono la Marca
1

TREVISO - Il vaiolo delle scimmie è arrivato nella Marca. Quattro trevigiani, tutti sui 30 anni, sono stati contagiati dal monkeypox e messi in isolamento domiciliare. Alcuni con febbre. Altri con sintomi meno pesanti. Quel che è certo è che il virus che causa bolle e lesioni sulla pelle ora circola anche qui. Come capitava con il Covid, l'Usl si è subito messa alla ricerca delle persone entrate in contatto con loro nei giorni precedenti. Non sono emersi casi collegati. Ma il numero di contagiati potrebbe ulteriormente salire perché ci sono altri pazienti, inquadrati casi sospetti, che proprio in queste ore stanno attendendo gli esiti degli accertamenti. Non è tutto. Con la ripresa dei viaggi sono tornati anche i casi di malaria. A Treviso sono già state ricoverate tre persone. «Sono casi da rientro dall'estero - spiega Pier Giorgio Scotton, direttore dell'unità di Malattie infettive dell'ospedale di Treviso - il picco di solito veniva registrato a settembre, dopo i rientri dall'Africa. Adesso, invece, c'è un anticipo». Nei giorni scorsi, di seguito, altre tre persone sono risultate contagiate dal virus della febbre Dengue. «Anche in questo caso si è trattato di rientri dall'estero continua lo specialista bisogna sempre stare in allerta e procedere con gli isolamenti per evitare che le zanzare possano dare avvio a micro-epidemie locali». L'allerta relativa alle zanzare riguarda anche il virus West Nile. «Per ora qui non sono emersi contagi dice il primario ma la positività delle zanzare è già stata confermata: è fondamentale non tenere pozze d'acqua ferme». E ci sono stati anche due pazienti con Tbe da zecca: uno a Treviso e uno a Montebelluna. «Senza encefalite, solo con febbre - specifica Scotton - in questo caso c'è un vaccino straordinario: per chi è solito andare in montagna vale la pena di farlo».


SOTTO STRETTA OSSERVAZIONE
Adesso, comunque, gli occhi sono puntati soprattutto sul vaiolo delle scimmie. Uno degli aspetti più importanti è che i quattro giovani per i quali è stata confermata l'infezione non rientravano tutti da Paesi esotici. Alcuni hanno sviluppato la malattia dopo essere entrati in contatto con il focolaio di Padova, che nelle scorse settimane è stato il più grande d'Italia. «Abbiamo documentato quattro casi di vaiolo delle scimmie a livello provinciale spiega il primario qualcuno era rientrato dall'estero. Altri, invece, si erano mossi a livello nazionale. Anche da Padova, dove sappiamo esserci stati diversi casi». Come si trasmette il virus da persona a persona? Si parte dall'esposizione prolungata alle goccioline di saliva. Fino a questo momento, comunque, è stata evidenziata in particolare la necessità di contatti diretti con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati, come vestiti o lenzuola. E inevitabilmente sono a rischio anche i rapporti intimi. Scotton parla apertamente di pandemia di vaiolo delle scimmie. «La promiscuità sessuale facilita la diffusione della malattia sottolinea in Europa sono già stati descritti più di 7mila casi associati solo a questa modalità di trasmissione. È già una pandemia se si pensa che fino a due anni fa la malattia praticamente non esisteva, se non con rarissimi casi di importazione dall'Africa. È una pandemia limitata, con determinate caratteristiche.

Ad oggi, però, è difficile prevederne l'evoluzione».


PERICOLO DIFFUSIONE
Non è ancora chiaro fino a che grado le persone contagiate possano essere asintomatiche. E come visto con il Covid, l'assenza di sintomi aumenta le possibilità di diffusione del virus. I quattro trevigiani contagiati hanno già terminato la quarantena. «Fortunatamente sono stati colpiti dalla forma di vaiolo delle scimmie meno impegnativa spiega il direttore di Malattie infettive li abbiamo gestiti tutti a domicilio, con terapia di supporto. Esiste un farmaco proprio per aggredire il virus, ma in Europa non è ancora stato autorizzato. In questi casi la guarigione è arrivata da sola: le forme lievi si auto-eliminano». Tra i sintomi più evidenti in caso di contagio ci sono le bolle sulla pelle. «A volte sono tante, a volte molto poche è il quadro fatto dal primario ma bastano anche pochi elementi vescicolari. L'importante è andare a cercarli anche nelle zone nascoste in modo da fare il prelievo correttamente. In questo momento bisogna prestare attenzione».


LE VECCHIE VACCINAZIONI
Il centro di Microbiologia di Treviso, da parte sua, è in grado di dare risposte pressoché in tempo reale. Il vaiolo delle scimmie è della stessa famiglia del vaiolo umano. Per questo le persone vaccinate contro il vaiolo (in Italia la campagna è stata abrogata nel 1981) sono in qualche modo protette. «Per gli altri non viene consigliato il vecchio vaccino umano. Si sta lavorando a un vaccino più recente, molto più attenuato, anche contro il vaiolo delle scimmie. Ma non è ancora in circolazione. Ci vuole tempo tira le fila Scotton intanto, comunque, il decorso dei casi trattati è andato bene. E non sono emersi casi secondari. È segno che la circolazione per ora è abbastanza limitata». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci