Chiara, ricercatrice di 27 anni, dichiara guerra alla tubercolosi: «Con la nanomedicina studio il vaccino»

Venerdì 23 Aprile 2021 di Giulio Mondin
Chiara Bellini

MONTEBELLUNA - Vaccini. Una parola entrata nel lessico comune di tutti i giorni, collegata com'è alla quotidiana lotta al Covid 19. Ma per qualcuno la battaglia si sta compiendo su un altro terreno, quello della tubercolosi. Malattia che è ben lungi dall'essere sconfitta. Chiara Bellini, 27enne ricercatrice di Montebelluna, ne ha fatto il suo attuale campo d'azione. Laureata nel 2016 in biotecnologie all'università di Padova e conseguita due anni dopo nella stessa sede anche quella magistrale in Pharmaceutical Biotechnologies, ha ampliato le sue conoscenze in campo immunologico e in biologia molecolare. Affinando la sua preparazione nel campo della nanomedicina. Ha quindi iniziato a guardarsi attorno per proseguire la crescita professionale nello stesso settore. Così è finita a Budapest. 


BORSA DI STUDIO

«Era mia intenzione svolgere il dottorato di ricerca all'estero spiega ho così concorso per ottenere una borsa di studio finanziata dalla Comunità Europea nell'ambito delle azioni Marie Curie. Questo progetto aveva attirato subito la mia attenzione, dal momento che si è posto con un approccio all'avanguardia per affrontare l'emergenza sanitaria mondiale di resistenza antimicrobica». La selezione è andata bene. «Sì, tanto che sono stata associata ad un network di ricerca chiamato BactiVax, di cui fanno parte 12 istituzioni europee, sia pubbliche che private, 15 dottorandi internazionali e 15 professori, ognuno dei quali porta avanti un proprio progetto nell'ambito dello sviluppo di vaccini contro diversi agenti patogeni. L'obiettivo comune è quello trovare un rimedio efficace contro le infezioni batteriche resistenti». Nello specifico di che cosa si tratta? «Mi sto applicando sulla cura della tubercolosi, un progetto che sto portando avanti intanto a Budapest.

In seguito mi sposterò anche a Londra. In sostanza sto sviluppando una immunoterapia da impiantare in una minuscola capsula metallica. Un'opportunità che mi auguro mi possa consentire di proseguire la carriera in questo ambito». Un obiettivo non da poco dal momento che l'attenzione nei confronti della tubercolosi, della quale lo scorso 21 marzo è stata anche la giornata mondiale, è sempre viva. Malattia che tuttora miete centinaia di migliaia di vittime in tutto il mondo. Un progetto con il fine di generare il miglioramento sociale di ampie fasce di popolazione analogamente, anche se in piccolo, a quello già intrapreso in passato dalla stessa Chiara. 


L'IMPEGNO

«Fin da bambina ho sempre giocato a basket, inizialmente a Cornuda, per poi passare a Montebelluna con la quale sono arrivata in prima squadra. Quando la società ha chiuso, io e qualche compagna abbiamo fondato le Crode per poter continuare a giocare. Poi siamo diventate anche un vero e proprio progetto sociale contro la violenza sulle donne, grazie al coach Antonio Calò, allestendo iniziative quali la realizzazione di una maglietta speciale per sensibilizzare sulla tematica».

Quali sono i suoi obiettivi? «A lungo termine ancora non saprei, il periodo storico sicuramente mi sta insegnando ad andare step by step. In realtà la mia carriera è solo all'inizio e sto imparando che il mondo della ricerca, seppur affascinante, richiede anche molto lavoro e una certa flessibilità. Per ora vorrei continuare a fare esperienza all'estero. In un futuro più lontano conclude Chiara Bellini - mi piacerebbe tornare in Italia, però senza fretta e soprattutto senza scendere a troppi compromessi».


 

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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