TREVISO - Lezioni sui vaccini anti-Covid vietate a scuola. Accade nel trevigiano. Mario Peta, direttore della Terapia intensiva dell'ospedale di Treviso, si era offerto per andare a tenere degli incontri informativi dedicati ai ragazzi.
La situazione ricorda le polemiche che sono spesso scoppiate attorno alla scelta delle scuole di organizzare dei corsi di educazione sessuale. I genitori contrari hanno sempre rivendicato di dover essere loro a scegliere se e quando parlare di certe cose con i figli. L'incontro sui vaccini anti-Covid sarebbe stato puramente scientifico. Ma un confronto con il primario potrebbe indurre i ragazzi a chiedere di essere vaccinati contro il coronavirus, ponendosi così in contrasto con la linea no-vax della famiglia. E così, per evitare eventuali contrasti, la scuola ha chiuso le porte. «In questi giorni si parla di par condicio tra le diverse posizioni. Ma non ha alcuna ragione d'essere: scienza e anti-scienza non possono essere sullo stesso piano avverte Peta il 95% dei pazienti che arrivano in Terapia intensiva con infezione da Covid non sono vaccinati. E quando si ritrovano qui si pentono. Stiamo parlando di persone confuse, non di ideologie ferree. In questi mesi mi è capitato un solo caso di una paziente che dopo il passaggio in rianimazione è rimasta sulle proprie posizioni contrarie al vaccino».
IL CONTAGIO
Il primario, comunque, non si è fermato. Dopo il rifiuto della scuola, ne ha parlato con Roberto Rigoli, direttore sociosanitario dell'Usl trevigiana, padre dei tamponi rapidi, a sua volta per oltre un anno in prima linea contro l'epidemia come direttore del centro di Microbiologia dell'ospedale di Treviso e coordinatore di tutti e 14 i laboratori del Veneto. Adesso verranno valutati altri possibili interventi per informare e sensibilizzare i ragazzi sulla vaccinazione. Tra l'altro oggi sono proprio i giovani quelli più colpiti. Nel trevigiano il tasso di incidenza tra i ragazzi tra i 12 e i 19 anni, che si possono già vaccinare da parecchi mesi, è arrivato a quota 566 casi per 100mila abitanti. Si spiega così l'esplosione delle quarantene a scuola. Al momento sono 562 le classi costrette ad affrontare casi di coronavirus. In una sola settimana sono aumentate del 45%: 309 classi in quarantena e 253 in monitoraggio. Vuol dire che oltre 6mila studenti stanno seguendo le lezioni da casa. La zona del distretto di Asolo è a 619 casi per 100mila abitanti. Un record assoluto: in tutta l'epidemia non era mai stata raggiunta una quota così elevata. E l'area della pedemontana non è troppo distante. Eppure le scuole rifiutano il confronto sui vaccini.
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