Lezione sui vaccini? No grazie. Primario respinto dal preside per paura dei genitori no-vax

Giovedì 9 Dicembre 2021 di Mauro Favaro
Lezione sui vaccini? No grazie Primario respinto dal preside per paura dei genitori no-vax
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TREVISO - Lezioni sui vaccini anti-Covid vietate a scuola. Accade nel trevigiano. Mario Peta, direttore della Terapia intensiva dell'ospedale di Treviso, si era offerto per andare a tenere degli incontri informativi dedicati ai ragazzi.

Ma un istituto superiore della zona della pedemontana, in particolare, ha rifiutato. Ciò che colpisce è la motivazione: «Non è possibile perché temiamo una raffica di denunce da parte dei genitori no-vax hanno risposto dalla scuola alcuni sono molto aggressivi e potrebbero emergere dei problemi». A rivelarlo è lo stesso Peta, 59 anni, che ha preso le redini della Terapia intensiva di Treviso dopo il pensionamento di Antonio Farnia. E lui, da sempre in prima linea contro l'epidemia da coronavirus, specializzato anche in Malattie dell'apparato respiratorio, non nasconde la delusione. «Sono allibito. Il problema no-vax si estende anche nelle scuole. Ma così queste rinunciano alla loro funzione educativa e formativa: in questo momento storico, in particolare, dovrebbe essere un dovere civico. Sono convinto che il dialogo vada sempre portato avanti. Davanti al rifiuto, però, non ho potuto che prendere atto».


La situazione ricorda le polemiche che sono spesso scoppiate attorno alla scelta delle scuole di organizzare dei corsi di educazione sessuale. I genitori contrari hanno sempre rivendicato di dover essere loro a scegliere se e quando parlare di certe cose con i figli. L'incontro sui vaccini anti-Covid sarebbe stato puramente scientifico. Ma un confronto con il primario potrebbe indurre i ragazzi a chiedere di essere vaccinati contro il coronavirus, ponendosi così in contrasto con la linea no-vax della famiglia. E così, per evitare eventuali contrasti, la scuola ha chiuso le porte. «In questi giorni si parla di par condicio tra le diverse posizioni. Ma non ha alcuna ragione d'essere: scienza e anti-scienza non possono essere sullo stesso piano avverte Peta il 95% dei pazienti che arrivano in Terapia intensiva con infezione da Covid non sono vaccinati. E quando si ritrovano qui si pentono. Stiamo parlando di persone confuse, non di ideologie ferree. In questi mesi mi è capitato un solo caso di una paziente che dopo il passaggio in rianimazione è rimasta sulle proprie posizioni contrarie al vaccino».


IL CONTAGIO

Il primario, comunque, non si è fermato. Dopo il rifiuto della scuola, ne ha parlato con Roberto Rigoli, direttore sociosanitario dell'Usl trevigiana, padre dei tamponi rapidi, a sua volta per oltre un anno in prima linea contro l'epidemia come direttore del centro di Microbiologia dell'ospedale di Treviso e coordinatore di tutti e 14 i laboratori del Veneto. Adesso verranno valutati altri possibili interventi per informare e sensibilizzare i ragazzi sulla vaccinazione. Tra l'altro oggi sono proprio i giovani quelli più colpiti. Nel trevigiano il tasso di incidenza tra i ragazzi tra i 12 e i 19 anni, che si possono già vaccinare da parecchi mesi, è arrivato a quota 566 casi per 100mila abitanti. Si spiega così l'esplosione delle quarantene a scuola. Al momento sono 562 le classi costrette ad affrontare casi di coronavirus. In una sola settimana sono aumentate del 45%: 309 classi in quarantena e 253 in monitoraggio. Vuol dire che oltre 6mila studenti stanno seguendo le lezioni da casa. La zona del distretto di Asolo è a 619 casi per 100mila abitanti. Un record assoluto: in tutta l'epidemia non era mai stata raggiunta una quota così elevata. E l'area della pedemontana non è troppo distante. Eppure le scuole rifiutano il confronto sui vaccini.
 

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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