Debutta a Treviso la facoltà "diffusa" di Medicina, 4 sedi per le prime 50 matricole

Martedì 21 Gennaio 2020
Debutta a Treviso la facoltà "diffusa" di Medicina, 4 sedi per le prime 50 matricole
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TREVISO - Istituto Emiliani, patronato del cinema Aurora, Ordine dei Medici, sede dell’associazione dei Medici di base e Ospedale Ca’ Foncello: ecco la mappa della nuova facoltà diffusa di medicina e chirurgia di Treviso. Pronta ad accogliere le prime 50 matricole già dal novembre 2020. La Regione ha già messo sul piatto 3 milioni all’interno di una partita che costerà alla fine quasi 7 milioni di euro di investimenti.

«L’obiettivo è laureare i medici che poi assorbiremo nella struttura ospedaliera» spiega il presidente della Regione Luca Zaia. LUsl è pronta: appena sarà siglato l’accordo si parte dalla realizzazione dei laboratori di chimica, fisica e biochimica interni all’ospedale. E tra due anni, al completamento della cittadella, il corso di laurea traslocherà nei prefabbricati previsti nell’area ex Vetrelco, in cui avrebbe dovuto sorgere il centro prenotazioni e prelievi, che invece rimarrà nel cuore della città, a Borgo Cavalli. Qui saranno costruite 4 aule da 100 posti e 5 aule da 60 posti.

 NUMERI 50 iscritti già dall’autunno 2020. Entro il 2026 a Treviso arriveranno 350 iscritti, contro gli attuali 150. Pochi mesi ancora e l’obiettivo della facoltà a Treviso sarà centrato. In città sono già presenti i tre anni finali del corso di laurea. Ma da novembre il corso completo sbarca a Treviso. La conferma è già arrivata dal prorettore dell’Università di Padova Tomaso Patarnello che ha parlato di un “accordo di massima già raggiunto”. Il governatore “incrociando le dita” conferma e già pensa al campus universitario. «Dovremo presto affrontare anche questo tema, ragionando con Ater per provare a capire se esiste un’ipotesi alloggi calmierati per gli studenti, i docenti e - auspico in futuro- gli specializzandi che sceglieranno di venire a Treviso». La scuola di Medicina dell’Università del Santo ha già dato il via libera: a Treviso arriveranno i corsi del primo triennio di facoltà che andranno ad aggiungersi a quelli degli ultimi tre anni, già attivati al Ca’ Foncello.

REBUS DELLE SEDI Per poter mettere a sistema il progetto però era necessario risolvere il problema delle sedi. Da mesi Usl e Regione ci lavorano. Sfumata la prima ipotesi di un accordo con Fondazione Cassamarca per l’utilizzo dell’ex Distretto Militare, si è optato per la facoltà diffusa, in attesa che siano completati i lavori della nuova cittadella. «Utilizzeremo le aule che ci mette a disposizione l’Ordine dei Medici, le aule in affitto all’Istituto Emiliani, le aule che ci darà la Chiesa Votiva nel complesso dell’Aurora e alcune aule che abbiamo disponibili e andranno ad integrare» spiega nel dettaglio il direttore generale Francesco Benazzi. Nuovi spazi sono stati inoltre liberati dalla banca dei tessuti: anche questi saranno destinati al corso di laurea.
IL VOTO Oggi il Senato accademico dell’Università di Padova ha messo al voto lo sbarco a Treviso, dopo il via libera della Scuola di Medicina. Se, come prevedibile, si avrà la fumata bianca, Regione e Usl istituiranno subito un piano di lavoro per pianificare la preparazione delle aule per la partenza dei corsi. Spalmata sul futuro biennio invece la costruzione di una facoltà organica all’interno della cittadella. «Abbiamo già visionato il progetto dei prefabbricati da adibire ad aule per lezione e aule studio -conferma Benazzi- costruiremo 4 aule da 100 posti e 5 da 60 posti entro il prossimo biennio. La priorità però oggi sono i 3 laboratori. Siamo già pronti: appena l’accordo sarà siglato inizieremo l’allestimento dei laboratori di chimica, fisica e biochimica in vista dell’avvio dei corsi nell’autunno 2020».La Regione evidenzia la portata dell’operazione complessiva. «Portare a Treviso la facoltà di medicina e chirurgia non è stata una passeggiata-spiegava ieri alla conferenza stampa del nuovo servizio di radiologia sul territorio-Ma la Regione ci ha creduto immediatamente, fedele al principio di lavorare sul patrimonio umano del territorio e sulla formazione accademica. Senza dubbio si tratta di un’operazione storica per Treviso. Il secondo passo sarà far arrivare in città la scuola di specialità».
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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