PREGANZIOL - Un ultimatum via social alle ladre giovanissime che le hanno rubato la bici dal giardino di casa. Ignare delle telecamere che hanno immortalato l'intera scena: «Riportate la bici sennò siamo costretti a portare tutto alla polizia». Marika Modolo, nonostante la rabbia per il velocipede sottratto, ha deciso di dare una possibilità alle autrici del furto: aspetterà fino a stasera. Se la bici ricomparirà in via Piave, a Frescada di Preganziol, è pronta ad archiviare la disavventura. In caso contrario scatterà la denuncia alle forze dell'ordine. Lei in fondo in fondo ci spera che le ladre si ravvedano e restituiscano il maltolto. «Spero sia stata solo una cavolata adolescenziale» - scrive nell'ultimatum lanciato sul gruppo Facebook del paese e condiviso decine di volte.
IL FURTO
Le ladre hanno colpito nella notte tra domenica e lunedì. «Sappiamo anche l'ora precisa - spiega Marika, che insieme al marito ha guardato e riguardato il filmato di videosorveglianza - era l'1.31». A quell'ora si materializzano davanti alla villetta due ragazze, forse appena maggiorenni. Una di loro ha una bici, l'altra invece è a piedi. Quella con la bici resta sulla strada, a fare da palo, l'altra si avvia circospetta per il vialetto. Esita e si guarda attorno, circospetta. La complice la incalza. «Ha scavalcato ben due cancelli e ha scelto la bici - spiega Marika - ha preso quella da uomo che usa mio marito: una bici vecchia tra l'altro, che non ha chissà quale valore ma forse le serviva per spostarsi da qualche parte. Di sicuro non era la più a portata di mano: appoggiata davanti, infatti, c'era la mia». Le biciclette non erano legate con catena e lucchetto: i proprietari erano convinti che bastasse tenerle nel cortile chiuso a chiave. Ma si sbagliavano. Scelta la refurtiva, la ragazza la issa sopra il cancello, facendosi aiutare dalla complice. Poi le due figure si dileguano. «Non ci siamo accorti di niente - racconta la donna - né abbiamo sentito abbaiare i cani dei vicini». Il furto lo hanno scoperto soltanto la mattina dopo, alle 7.30, quando sono usciti in giardino. Vicino alla recinzione c'era anche qualche foglio di carta igienica. «Lo avranno usato per cancellare le impronte?» - si chiede la malcapitata cercando di sdrammatizzare e ipotizzando una bravata adolescenziale.
LA DECISIONE
Anziché contattare polizia o carabinieri, la donna si è rivolta al popolo dei social, nella speranza di far arrivare il suo messaggio alle dirette interessate. «Non mi andava di disturbare la polizia per un furto che, per quanto fastidioso, è di poco conto. Così ho pensato di provare a risolvere diversamente, almeno in prima battuta». Marika spera che le due ragazze tornino sui loro passi: «Non pretendo che mi suonino il campanello chiedendomi scusa ma che almeno mi facciano riavere la bicicletta». Il conto alla rovescia è già partito: hanno tempo fino a stasera. C'è anche un altro motivo che ha spinto la donna a scrivere quel post su Facebook: «Volevo sfatare il pregiudizio che siano sempre e solo gli stranieri a rubare le bici. Invece queste mi sembravano due ragazze normalissime, avranno avuto sì e no 18 anni, magari anche di buona famiglia».
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