Ragazzo cade ubriaco a terra: «C'erano 20 persone lì davanti e nessuno lo ha soccorso»

Martedì 29 Giugno 2021 di Gianandrea Rorato
Ragazzo cade ubriaco a terra: «C'erano 20 persone lì davanti e nessuno lo ha soccorso»
3

MOTTA DI LIVENZA (TREVISO) - Cade a terra ubriaco e si ferisce, avvocato mottense lo rimette in piedi ma accusa: «Di fronte c'erano circa venti persone, nessuna ha alzato un dito». Il professionista era infatti appena uscito dall'ufficio e aveva adocchiato un ragazzo che, in preda ai fumi dell'alcol, non si teneva in piedi, cadendo poi a terra. Si è dunque avvicinato, chiedendogli se si sentiva bene. Poi lo ha aiutato a rialzarsi da terra: ma il giovane era visibilmente scosso per questioni personali.

Dunque ha portato la sua bicicletta in ufficio e si è offerto di accompagnarlo a casa in macchina. Il tutto davanti ai clienti di un bar, circa una ventina, che hanno osservato la scena senza muovere un dito.


I FATTI

L'episodio è accaduto venerdì 18 giugno ed è stato raccontato ieri da Stefano Colledan, avvocato mottense molto conosciuto: il suo studio si trova proprio nel cuore della piazza. Spiega lui stesso: «Quel venerdì sera, verso le 19.30, mentre uscivo dallo studio, ho visto un ragazzo in bicicletta che barcollava e cadeva rovinosamente a terra. Il giovane si è messo a urlare di dolore per una botta alla spalla, gli usciva sangue da un gomito». Ed è allora che decide di accorrere: «Mi sono affrettato a soccorrerlo alzandolo da terra, era in mezzo alla strada. Era completamente ubriaco, non stava in piedi. Avrebbe voluto risalire in bici, ma sono riuscito a farlo ragionare». Colledan prosegue nel racconto: «Mi sono offerto di accompagnarlo a casa. È di Motta. Avrà poco più di trent'anni. Sale nella mia macchina e subito si mette a piangere, singhiozzando talmente tanto che non riesce a parlare. Gli chiedo perché è così ubriaco a quell'ora. Si confida e racconta di una brutta storia familiare. Cerco di dargli dei consigli che ascolta e promette di mettere in atto. Riesco a calmarlo. Arrivo davanti a casa sua. Scendiamo, mi abbraccia forte come si abbraccia un fratello. Mi ringrazia, si ferma all'ingresso e continua a salutarmi con la mano fino a quando esco dalla sua vista. Mi ha tolto il cuore». 


LA CONSIDERAZIONE

Da qui l'accusa: «Mi sono sentito bene per quello che ho fatto. Poi però ho sentito rabbia, tanta rabbia. Il fatto è successo proprio davanti al bar di piazza San Rocco. C'erano sedute fuori dal bar - le ho contate - 19 persone, più o meno sono sempre quelle che bivaccano lì mattina e sera. Non se ne è alzato uno. Questo non è più il mio paese, da tempo» conclude amareggiato Colledan.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci