Mercato Nutribullet punta agli stranieri, il presidente Paolo Vazzoler: «I giocatori italiani sono troppo costosi»

Lunedì 20 Giugno 2022 di Mattia Zanardo
Nutribullet Treviso Basket in pieno mercato sottolinea che gli italiani sono troppo costosi

TREVISO - Intensità in campo e orgoglio di vestire la canotta di Tvb. Saranno le prerogative base del roster 2022-23 di Treviso Basket. In attesa che il mercato entri nel vivo, terminate le finali scudetto, e con diversi altri club ancora al palo, la Nutribullet ha già piazzato tre colpi: Zanelli, Jantunen e Sorokas, a cui si aggiungono i giocatori già sotto contratto. In questo periodo, la dirigenza biancazzurra sta visionando fino a 7-8 profili al giorno e valutandone la compatibilità con le idee di gioco dell'allenatore, per poi, nel caso, imbastire una trattativa concreta.
Presidente Paolo Vazzoler che Tvb sta nascendo?
«Il canovaccio l'ha indicato Marcelo Nicola: una squadra con intensità agonistica e fisica. Lui è lo chef e sceglie gli ingredienti, noi facciamo la spesa. C'è un progetto generale su che tipo di casa costruire, c'è un budget più che dignitoso, ora stiamo cercando dei tasselli che si valorizzino reciprocamente».
Guardate anche agli aspetti umani?
«Chi viene qui deve essere orgoglioso della maglia che indossa: Treviso è una piazza importante, per storia remota, ma anche per quella più recente, con un'organizzazione di qualità e pagamenti regolari ogni mese. E poi deve meritarsi l'amore dei tifosi, dando tutto sul campo».
Vedremo tanti volti nuovi?
«E' intuibile, per scadenze contrattuali e per la mobilità del mercato a prescindere dai contratti. Purtroppo il mercato non è affatto allineato rispetto alla situazione economica generale. Già nella scorsa stagione, il costo medio è aumentato del 46%, perché tutti davano per finita la congiuntura negativa legata al Covid, mentre non è stato per nulla così. E anche quest'anno si conferma questa forte incoerenza: riceviamo richieste al rialzo del 30-35%, mentre i ricavi non sono certo cresciuti altrettanto. Se altrove riescono a prendere certe cifre, sono contento per loro, ma per noi la solidità economica è un vincolo essenziale».
Anche per la disponibilità di italiani, conferma l'orientamento al 6 più 6?
«Gli italiani in questo momento stanno scardinando gli equilibri economici delle società. Hanno un costo troppo impattante. Ormai nel basket, sono all'ordine del giorno contratti da 100mila euro netti, che equivalgono a 276mila lordi, più i vari benefit. Nel mondo del lavoro, è una retribuzione da top manager. L'irrazionalità di cui parlavo è legata alla capacità di produrre reddito del nostro sport: basti pensare che, al di là di sponsor e biglietteria, gli introiti da diritti televisivi valgono solo centomila euro all'anno. Così il sistema non funziona».
A proposito di italiani, proverete a confermare il prestito di Giordano Bortolani?
«Il ragazzo ci ha detto di star bene a Treviso e Milano (che ne detiene i diritti, ndr) sa che progetto possiamo offrirgli. Staremo a vedere. Mi auguro un'unica cosa, innanzitutto per Giordano stesso: che, ovunque andrà, abbia la possibilità di esprimere la sua pallacanestro con la gioia che ha avuto da noi, il contrario sarebbe un sacrilegio».
Avete deciso di non partecipare a coppe europee.
«La scorsa stagione, la Bcl ci spettava per classifica, quest'anno con l'uscita delle russe c'è stato un ulteriore rimpasto, non avremmo avuto certezza che la nostra domanda fosse accolta e soprattutto in che tempi, o se avessimo dovuto passare ancora per il Q Round. Cambiando diversi giocatori, coach Nicola e il suo staff devono poter lavorare in serenità per trasformare un gruppo di persone in una squadra. Non ci serviva insomma, ulteriore incertezza, meglio focalizzarci su di noi».
Volete anche rilanciare il rapporto con il pubblico?
«E' una delle nostre missioni.

Tvb ha senso solo per far giocare le giovanili e per dare un'occasione di incontro a chi ama la pallacanestro e la propria squadra. Di fatto, c'è stato un percorso diretto dalla festa promozione al sesto posto in A. Purtroppo la piazza non ha potuto godere di tutto ciò, a causa delle restrizioni. Analizzeremo cosa è stato fatto a livello societario e cosa va modificato. Tutto nasce dal campo: ecco perché vogliamo avere giocatori orgogliosi di far parte del progetto Treviso Basket».

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