Turismo, la Marca fa il tutto esaurito dai colli alla città. E i turisti fanno il bagno nel Sile

Domenica 5 Giugno 2022 di Mattia Zanardo
Le colline Unesco

TREVISO - Gruppi e famiglie in giro per vie e piazze, musei e monumenti affollati, alberghi pressoché al completo: riempimento medio delle camere all'80%, con diverse punte da tutto esaurito. Il lungo ponte del 2 giugno si conferma all'insegna di un ritrovato boom turistico a Treviso e provincia.

Anche se tanti arrivi, inevitabilmente, portano con sé pure qualche caso di maleducazione: ieri, 4 giugno, due turisti sono stati sorpresi a rinfrescarsi dalla calura immergendosi nella fossa esterna delle Mura, all'altezza di varco Manzoni e della Penisola del Paradiso. Alla stregua degli ormai non infrequenti tuffi nei canali di Venezia. «Un episodio isolato - commenta il sindaco Mario Conte - terremo monitorata la situazione perché non si ripeta».

SOLD OUT
Più che su un paio di bagnanti cafoni, vale allora concentrarsi sui tanti aspetti positivi del flusso di visitatori. Come ribadisce lo stesso Mario Conte: «In queste settimane a Treviso si sta registrando il sold out nelle strutture ricettive. Una grande soddisfazione che premia la qualità, l'attrattività di Treviso e la promozione congiunta con alcuni importanti partner delle nostre eccellenze nel mondo». Il primo cittadino ne ha avuto conferma anche da una serie di colloqui tenuti nei giorni scorsi con i rappresentanti degli albergatori e del mondo dell'impresa e dell'artigianato trevigiani: «La campagna di promozione turistica con Ryanair e Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, la mostra dedicata al genio di Antonio Canova, gli eventi sportivi e l'immagine che Treviso e il suo territorio hanno costruito in questi anni - afferma - stanno portando turisti e visitatori in Città, che peraltro dimostrano entusiasmo e apprezzamento nei confronti delle nostre meraviglie, da Piazza dei Signori alle Colline Patrimonio Unesco».

I PROGETTI
E su questa strada l'amministrazione e le associazioni di categoria intendono proseguire «rinnovando le partnership e implementando i servizi per i turisti. I numeri parlano chiaro, ma per confermarci come destinazione turistica di primo piano dobbiamo fare squadra e lavorare per offrire al visitatore un'esperienza sempre più esclusiva». Il consistente numero di presenze (dal monitoraggio, peraltro, sfugge il comparto dell'extra alberghiero) non può non essere guardato con soddisfazione anche dagli operatori del settore. Giovanni Cher, presidente provinciale di Federalberghi, mette in evidenza almeno tre fattori di successo: «La quantità di voli in arrivo sull'aeroporto di Treviso, in grande crescita, di cui si avvantaggia tutta la provincia. Riguardo a ciò, va dato atto del lavoro svolto dal sindaco e dall'amministrazione comunale. Poi il fatto che le città cosiddette minori, diverse dalle solite Venezia, Firenze o Roma, come appunto Treviso stanno vivendo un momento di particolare riscoperta. E infine i brand che ormai identificano Treviso: il Prosecco, ma anche i tiramisù».

ARRIVI INTERNAZIONALI
Non solo nel capoluogo, ma anche nelle altre località della Marca, da quelle della fascia centro-meridionale, tradizionale bacino per chi poi si sposta in laguna, alle colline, in molti hotel si registra il pienone. Con anche un più cospicuo ritorno degli stranieri: in prevalenza da Austria, Germania e dagli altri paesi europei più vicini (in attesa del fine settimana del 19 giugno, Corpus Domini, tradizionale periodo di ferie nelle aree di lingua tedesca), ma si cominciano a rivedere anche gli americani. Mancano ancora, invece, gli orientali e, naturalmente, i russi. Il mancato raggiungimento del tutto esaurito generale è spesso dovuto a strutture ancora non riaperte o carenza di personale, che obbliga a ridurre le camere disponibili nell'impossibilità di garantire il servizio adeguato. È proprio la difficoltà a trovare personale uno degli elementi di freno indicati da Cher, insieme ai costi dell'energia schizzati alle stelle. Dopo i buoni risultati di Pasqua e delle festività di aprile- maggio, comunque, questo inizio giugno lancia segnali incoraggianti: «Sono oltre due anni e mezzo che di fatto eravamo fermi - nota Cher -: nell'estate del 2020 avevamo visto qualche spiraglio, quella del 2021 ci aveva fatto ben sperare, invece lo scorso inverno si i è tornati di nuovo a dover chiudere. Ora effettivamente le cose stanno andando ancora meglio: l'auspicio è che questo andamento prosegua e si consolidi e non si riveli solo la classica rondine che non fa primavera».

 

Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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