Turismo a secco di personale, Pozza: «Servono stranieri, basta dire sempre no»

Martedì 24 Maggio 2022 di Mattia Zanardo
Mario Pozza

TREVISO - «Basta dire sempre no. Bisogna ripensare i flussi migratori per fra fronte alla carenza di manodopera». Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, raccoglie l'appello del sistema produttivo trevigiano sulla perdurante difficoltà a reperire personale.

Un grido d'allarme lanciato, in particolare dal comparto turistico: con la stagione estiva alle porte e l'impennata di arrivi dopo quasi due anni di congelamento a causa delle restrizioni anti-contagio, la carenza di addetti, dai baristi ai cuochi, agli operatori delle strutture ricettive, rischia di mandare in crisi molte attività. Pozza rilancia il tema alla vigilia dell'appuntamento dedicato allo sviluppo sostenibile dei siti Patrimonio dell'umanità Unesco, organizzato a Cison di Valmarino proprio dall'ente camerale nell'ambito della rete Mirabilia dei territorio europei che si sono meritati il riconoscimento dell'organismo Onu.

LE PROSPETTIVE
«Il problema della manodopera va al di sopra delle nostre competenze e riguarda il governo: non si può sempre dire no - ribadisce il presidente dell'istituzione di piazza Borsa -, bisogna programmare i nuovi flussi di ingresso di lavoratori stranieri e bisogna farlo in base alle esigenze delle imprese». Pozza sottolinea come il settore dell'accoglienza e della ricezione stia fronteggiando, come tante altre realtà produttive, il fenomeno generale del calo demografico in atto ormai da decenni (e quindi il progressivo assottigliamento della forza lavoro), ma anche il fatto che una quota non irrilevante di dipendenti, nell'ultimo biennio, quando le strutture turistiche erano chiuse per la pandemia, hanno nel frattempo cambiato occupazioni e ora difficilmente tornano indietro. La soluzione, almeno nell'immediato, è favorire, con tutte le dovute garanzie e in modo coordinato, l'accesso di lavoratori stranieri destinati a questi settori.

LE IMPRESE
«Stiamo ripartendo, anche se le ripercussioni della guerra in Ucraina provocano un nuovo rallentamento, però ci auguriamo tutti che il conflitto possa finire al più presto - ribadisce il presidente della Camera di commercio trevigian- bellunese -. Il nostro territorio esporta non solo prodotti, ma anche cultura e bellezza - perché anche queste sono esportazioni importantissime, ed ha bisogno di personale. Questi problemi non possono essere ignorati, vanno risolti in tempi brevi, ma non ci si può inventare dalla sera alla mattina: è necessaria una programmazione anche di medio-lungo periodo. Purtroppo la politica continua a rimandare al dopo elezioni: il guaio è che in Italia ogni sei mesi siamo in campagna elettorale e così si continua a rinviare».

FORMAZIONE
L'altro fronte è quello dell'istruzione, per formare figure professionali con competenze adeguate a gestire le nuove modalità di fruizione turistica. A partire, ad esempio, dalla sempre più spinta richiesta di servizi digitali. «A Cison, infatti, discuteremo anche di quali sono le nuove professionalità legate ad un turismo sostenibile - sottolinea Pozza - e dei percorsi più adeguati per formarle. Come Camera di commercio collaboriamo con le scuole superiori, Its per il turismo del Veneto e l'università di Ca' Foscari, tramite il Ciset e l'Osservatorio turistico regionale». In particolare, con l'Its sono in progettazione dei corsi, ospitati nella sede bellunese della Camera di commercio, incentrati proprio sui nuovi operatori di un sempre più diffuso turismo lento e a contatto con la natura.

 

Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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