Ucciso in pochi mesi a 27 anni, Mauro e quel messaggio lasciato agli amici e alla sua Paulina: «Ti amerò sempre, ora meriti una famiglia...»

Mercoledì 27 Gennaio 2021 di Claudia Borsoi
Ucciso in pochi mesi a 27 anni, Mauro e quel messaggio lasciato agli amici e alla sua Paulina: «Ti amerò sempre, ora meriti una famiglia...»

TREVISO - «Voglio che sappiate che vi amo, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me. Per combattere con me. Vivete una vita piena di gioia, al massimo. Fate tutto ciò che desiderate, purché vi renda liberi e felici. Io sarò sempre al vostro fianco». Le parole di Mauro Da Dalt, il suo lascito testamentario a famigliari ed amici, sono risuonate ieri mattina nella chiesa di San Giacomo di Veglia incapace di accogliere, anche per le misure anti-Covid in vigore, tutti coloro che volevano esserci per l'ultimo saluto al 27enne deceduto a pochi mesi dalla diagnosi di un tumore. 


UNA FOLLA

Fuori, nel sagrato e lungo strada, amici, ex compagni di scuola del Beltrame e i colleghi del Fen & Kee hanno sostato in silenzio.

In molti avrebbero voluto seguire la cerimonia, ma le porte chiuse della chiesa per il rispetto delle misure di sicurezza non lo hanno concesso. «Conoscerti è stato un onore, volerti bene assolutamente semplice le parole degli amici - Grazie per l'amico prezioso che sei stato: che dalle cime più alte che tanto ami, tu possa guardarci con il sorriso e proteggerci». In chiesa i genitori Teresa e Franco, la compagna Paulina, la sorella Marta e i nonni hanno avvertito, nonostante il distanziamento imposto dalla pandemia, il calore, l'affetto e la vicinanza di tante persone. Collegato in videochiamata dall'Australia, dove si trova per lavoro, il fratello Matteo con la sua famiglia. 


I MESSAGGI

In chiesa sono risuonate anche le parole con cui Mauro ha salutato per l'ultima volta la sua Paulina: «Ti amo e ti amerò per sempre. So che è stato un percorso difficile e tu sei stata la mia forza in momenti veramente duri. Porto nel cuore ogni singolo momento vissuto con te. Con la tua spensieratezza mi hai permesso di staccarmi da una realtà troppo brutta per noi». E sempre alla compagna: «Ora meriti la felicità, una persona che ti dia sicurezza, una famiglia. Una vita felice. E io veglierò sempre su di te, come fossi un angelo. E ogni volta che vorrai, potrai parlarmi: io sarò lì, ad ascoltarti e a darti una carezza, un abbraccio».


Don Giulio Fabris, parroco di San Giacomo di Veglia, nell'omelia ha ricordato la battaglia di Mauro contro il male: «Ha dovuto fare i conti con mesi di sofferenza, cure mediche estenuanti, in un alternarsi di speranza e delusioni. Noi dobbiamo oggi riconoscere che non si è tirato indietro, che ha lottato con tutte le sue forze contro la malattia e lo ha fatto con coraggio e dignità. Pur essendo più giovane di molti di noi, ci ha donato una splendida lezione di vita ha sottolineato - Ci ha insegnato a cogliere il senso autentico della vita, quella saggezza colma di pazienza e di speranza, che caratterizza coloro che sanno discernere ciò che è veramente importante».

Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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