Poste, promoter finanziaria truffa 20 clienti: è accusata di essersi intascata gli interessi

Sabato 20 Maggio 2023 di Giuliano Pavan
La truffa attraverso prodotti di Poste Italiane

MOGLIANO - Prometteva ai clienti investimenti redditizi attraverso prodotti di Poste Italiane.

Al momento della sottoscrizione, però, stornava gli interessi maturati fino al momento della firma sul proprio conto corrente. In sintesi è la condotta contestata dalla Procura di Treviso che ha portato di fronte al giudice una 43enne veneziana che, all’epoca dei fatti, lavorava in un ufficio postale di Mogliano Veneto. È chiamata a rispondere di truffa aggravata dall’abuso di potere e del rapporto di fiducia con i clienti di Poste Italiane.

L’UDIENZA

Ieri mattina, di fronte al giudice , si è tenuta la prima udienza del procedimento penale a carico dell’ex dipendente. Le vittime hanno formalmente depositato la costituzione di parte civile per recuperare le somme sottratte: «Ci fidavamo - hanno detto a margine dell’udienza - ci sentiamo presi in giro da chi aveva il compito di tutelare i nostri interessi». E proprio sul piano degli interessi si gioca la battaglia tra pubblico ministero e difesa, rappresentata dall’avvocato Valter Dese. Il meccanismo ricostruito dagli inquirenti, contestato alla 43enne, era semplice. L’imputata avrebbe contattato i possessori di titoli per proporre un nuovo prodotto in cui aveva intenzione di investire Poste Italiane, promettendo interessi maggiori. Fissato l’appuntamento, la dipendente chiedeva alle vittima il codice segreto dei relativi conti correnti per procedere al nuovo investimento, che prevedeva la chiusura di quello precedente. In questo modo la 43enne aveva accesso al profilo personale del correntista di turno che, non accorgendosi di nulla, metteva a disposizione il capitale investito nel nuovo prodotto proposto. Non sapeva, però, che quel capitale aveva fruttato un interesse che la donna, secondo l’accusa, stornava sul proprio conto corrente sottraendolo agli investitori.

LA SCOPERTA

A portare alla luce il raggiro sono stati gli stessi uffici di Poste Italiane. Contattati i clienti, chiedevano il motivo per il quale avessero deciso di incassare gli interessi sugli investimenti decidendo di non reinvestirli: tutti sono caduti dalla nuvole, sostenendo di non aver mai ricevuto un euro. Da quelle risposte è partita un’indagine interna che ha presto evidenziato come quelle operazioni, tra il novembre 2019 e l’ottobre 2020, fossero state tutte perfezionate dalla stessa dipendente che, nel frattempo, aveva cambiato posto di lavoro. Immediata scattò la segnalazione all’autorità giudiziaria visto che Poste Italiane, nel caso specifico, risulta tra le parti offese. 

Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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