Truffa criptovalute. Sul caso Nft, le vittime scrivono a Carlo Nordio e Giorgia Meloni: «Aiutateci a Dubai». L'avvocato: «Serve un accordo di cooperazione giudiziaria»

Martedì 14 Marzo 2023 di Giuliano Pavan
Truffa Nft, le vittime a Nordio e Meloni: «Aiutateci a Dubai»

TREVISO - Il caso della maxi truffa delle criptovalute arriva sul tavolo del Governo. E non solo. Dopo la visita negli Emirati Arabi della premier Giorgia Meloni, con tanto di accordo di parternariato stipulato con l'Italia per futuri sviluppi commerciali, politici e strategici, l'avvocato Matteo Moschini (che rappresenta oltre un centinaio di vittime della New Financial Technology di Silea) ha preso carta e penna e inviato una lettera (con tanto di documenti della Nft e con le foto dei passaporti di quattro degli undici indagati: Emanuele Giullini, Christian Visentin, Mauro Rizzato e Mario Dianese, ovvero i vertici della società) proprio alla presidente del Consiglio e al ministro della giustizia Carlo Nordio, ma anche ai presidenti delle regioni Luca Zaia (Veneto), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia) e Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), al console italiano a Dubai, Giuseppe Finocchiaro, e all'ambasciatore italiano negli Emirati Arabi, Lorenzo Fanara.

La richiesta

La richiesta è semplice: procedere «tempestivamente - scrive l'avvocato Moschini - alla stipula di accordi in materia di cooperazione giudiziaria, in particolare in ambito penale, che vadano a disciplianre in modo puntuale e operativo le rogatorie, le estradizioni e i sequestri». Il fine è quello di poter disporre al più presto degli strumenti necessari per contrastare in modo congiunto ed efficace il crimine. «Sempre più spesso soggetti implicati in vicende di rilevanza penale si rifugiano negli Emirati Arabi - continua il legale - ormai diventati, loro malgrado, uno snodo essenziale nell'ambito delle attività criminali». Circostanza che parte dal fatto che due dei principali indagati, Emanuele Giullini e Christian Visentin, si trovano infatti a Dubai, dove vivono ormai da tempo. L'avvocato Moschini, nel descrivere la maxi truffa da 230milioni di euro sottratti a una platea di 6mila investitori, fa anche i nomi delle società (con tanto di visure in allegato) create nella città affacciata sul Golfo Persico costituite «apparentemente al fine di occultare e/o reimpiegare in attività economico commerciali le enormi masse di denaro in precedenza raccolte - afferma l'avvocato Moschini - si tratta della Trestone Investment Limited, la Nft International Dmcc, e la Nft Trade & Market Dmcc». Nella missiva l'avvocato Moschini, riprendendo le parole di Nordio secondo cui il sistema giudiziario deve essere rapido ed efficiente, sottolinea come sia inoltre necessario che in vista del processo, in cui si costituiranno centinaia se non migliaia di persone come parti civile, l'organico del tribunale di Treviso venga aumentato vista la sua carenza cronica di magistrati.
 

Ultimo aggiornamento: 13:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci