TREVISO - «Mi sono fidato, ed ero in perfetta buona fede. Anch’io ho investito denaro nella New Financial Technology (Nft) perché da anni mi sono appassionato al mondo delle criptovalute. Ma sono anch’io una vittima». Parole di Michele Marchi, il 32enne di San Pietro di Feletto che, attraverso il suo legale, l’avvocato Maurizio Mazzarella, prende le distanze dai vertici della società di Silea che sono indagati, come lui e un altro broker pordenonese, il 57enne di Fiume Veneto Maurizio Sartor (entrambi non risultano iscritti all’Albo degli intermediari, ndr), per truffa aggravata e abusivismo finanziario. «Il mio assistito ha riposto fiducia nella società - afferma l’avvocato Mazzarella - perché le operazioni finanziarie avvenivano su piattaforme ufficiali e i rendimenti venivano accreditati ogni mese».
LA RASSICURAZIONE
Sia Michele Marchi che Maurizio Sartor scaricano dunque le colpe sulla società. Si conoscono, ed entrambi sono appassionati di criptovalute, ma non certo esperti di transazioni e operazioni finanziarie. Marchi è conosciuto perché gestisce lo Scandal Club, un locale di lap dance ad Aviano, mentre Sartor fa il meccanico. E tutti e due dicono di essere stati presi in giro. A luglio infatti, quando c’è stato il blocco dei dividenti, i due agenti non si sono preoccupati perché in tal senso avevano ricevuto ampie rassicurazioni. «Nel contratto firmato dagli investitori - continua l’avvocato Mazzarella - si legge che in caso di mutazioni è previsto il rimborso del capitale nel giro di tre mesi. Vediamo che cosa succederà in questi 90 giorni». L’ultimo contatto ufficiale con l’avvocato romano Emanuele Giullini, amministratore di Nft, risale a inizio agosto, quando gli agenti sono stati invitati a partecipare a una videoconferenza fatta attraverso l’account Zoom di Christian Visentin, il 46enne di Conegliano che dalle visure risulta essere tuttora direttore commerciale di Nft. Giullini ha riferito che sarebbe stato l’ultimo incontro attraverso quel canale, perché aveva estromesso Visentin dalla società. E aveva rassicurato gli agenti sostenendo di aver avviato accertamenti e che stava lavorando a un piano per restituire i capitali investiti, operazione possibile grazie all’ingresso di nuovi investitori. Oggi Visentin è a Dubai. Irreperibile anche Mauro Rizzato, il 55enne di San Pietro di Feletto, anche lui direttore commerciale. E lo stesso Giullini si troverebbe all’estero, tanto che la Guardia di Finanza non l’ha ancora rintracciato. Si è invece presentato spontaneamente dalle fiamme gialle mercoledì sera, una volta scoperto di essere stato indagato, Mario Danese, 59 anni, di Firenze, l’ex amministratore di Nft che ha lasciato la società l’11 maggio scorso.
GLI INTERMEDIARI
Sul caso della società di Silea che avrebbe raccolto oltre 100 milioni di euro di investimenti da circa 6mila clienti, stanno indagando due procure: quella di Pordenone, che ha fatto scattare le prime perquisizioni, e quella di Treviso, che con ogni probabilità risulterà competente per territorio e porterà avanti l’inchiesta. E la lista degli indagati sembra destinata ad allungarsi a breve. Già, perché Marchi e Sartor sono gli unici due intermediari finora identificati, e gli investigatori sono a caccia degli altri, sparsi un po’ in tutta Italia. Elementi utili su questo fronte potranno arrivare dalle analisi informatiche su computer e cellulari. Si cercano infatti agende, archivi e qualsiasi traccia che porti ai soldi investiti con la Nft.
Il "fronte" friulano
Entrambi gli indagati del fronte friulano risultano sconosciuti all’Albo degli intermediari. Michele Marchi, 32 anni, di San Pietro di Feletto, noto in provincia di Pordenone per la gestione dello Scandal Club, il locale di lap dance che si trova ad Aviano. E Maurizio Sartor, 57, di Fiume Veneto, è invece un meccanico. Dicono di essere anche loro clienti di Nft e di essere a loro volta vittime.
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