Magica Treviso sotterranea, viaggio tra i tuoi tesori segreti

Mercoledì 23 Ottobre 2019 di Chiara Voltarel
Magica Treviso sotterranea, viaggio tra i tuoi tesori segreti
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TREVISO - Andare alla scoperta di un mondo sotterraneo incuriosisce e affascina, se si tratta poi di intraprendere un viaggio in esplorazione delle profondità di una città percorrendo cunicoli, fosse storiche e storicizzate, l'esperienza può rivelarsi estremamente interessante. A Treviso, indagini e ricerche più che trentennali, hanno portato in luce numerosissime strutture sotterranee: cunicoli, cantine, tombe, cisterne e antiche pattumiere ricche di reperti archeologici. In maniera pioneristica si erano avventurati alla fine degli anni '80 il giornalista Giorgio Garatti assieme all'architetto Giorgio Fantin, con l'intenzione di verificare l'attendibilità di alcune informazioni di cultura popolare, a volte chiacchiere al limite della leggenda. Perlustrazioni che invece hanno condotto ad interessati scoperte e sono state quindi portate avanti da un gruppo di appassionati riuniti poi nell'Associazione Treviso Sotterranea che, ancora oggi, presieduta dall'architetto Simone Piaser, è impegnata in attività di ricerca, studio, tutela ai fini della valorizzazione e promozione culturale delle strutture ipogee della città di Treviso e provincia, come recita lo statuto.
L'ATTREZZATURA Con calzature comode e caschetto, è possibile partecipare alle visite guidate che l'associazione propone. Il percorso classico è quello del sistema bastionato, che permette di ammirare il primo tratto delle mura cittadine, alla scoperta degli ipogei e dell'articolato sistema difensivo, progettato ed eretto all'inizio del 500 per difendere la città dalla Lega di Cambrai che si apprestava ad annientare la Serenissima.
«Il nuovo e moderno sistema bastionato spiega Piaser - doveva essere in grado di affrontare le potenti armi da fuoco, prevedeva quindi grosse e basse mura con torrioni d'angolo e, lungo i lati, mezzelune alternate a lunette, tutte sporgenti rispetto alla cortina muraria per ospitare l'artiglieria pesante a lunga gittata. Grande innovazione cinquecentesca sono le strutture sotterranee che trovavano posto all'interno di casematte, e che servivano per il tiro radente parallelo alle mura: doveva trattarsi di una difesa estrema, nel caso in cui il nemico fosse riuscito ad attraversare il fossato e ad avvicinarsi alla cinta: Treviso diventa così il prototipo della nuova fortezza del dominio veneziano dello Stato di Terra».
LA PARTENZA La visita parte dall'angolo nord est della fortificazione della città, ossia dal Bastione di San Tomaso situato ad est della porta omonima: è possibile visitare le antiche cannoniere per l'artiglieria che difendeva il lato Est, verso Santa Sofia e uno dei tre ingressi alla città, Porta San Tomaso. Si prosegue quindi entrando in città attraverso un cunicolo che, passando sotto il terrapieno, permetteva l'accesso alle casematte sotterranee: bassi ambienti voltati dove venivano alloggiate le milizie che servivano per movimentare le artiglierie difensive per il tiro radente. Si passa poi a Porta San Tomaso, una delle tre Porte che permettevano nel 500 l'ingresso in città.
«Se Porta Altinia - prosegue l'architetto - posizionata verso Sud, è un rifacimento della precedente struttura medievale, diversamente Porta Santi Quaranta e Porta San Tomaso sono state costruite ex novo, la prima nel 1517 e la seconda l'anno successivo, entrambe innovative rispetto alla tradizione militare del passato, perché dotate di sotterranei ad uso militare. Vengono costruite in aggetto per circa 1/3 del loro spessore, fungendo da bastione con, nel sottotetto e nel sotterraneo inglobato all'interno del basamento, postazioni di artiglieria per il tiro radente». Ci si sofferma maggiormente nel sotterraneo di Porta San Tomaso dov'è possibile vedere nel dettaglio com'è fatta una casamatta e le due postazioni ai lati in comunicazione con la feritoia.
IL PEZZO UNICO L'unicità del luogo è accentuato dall'utilizzo di quest'ambiente, molto curato architettonicamente e intonacato, poiché ospita anche l'azionamento delle catene del ponte levatoio: sono infatti visibili tre locali di servizio che servivano per movimentare le catene che partivano dal sottotetto e finivano nel sotterraneo.
Ancora non è permesso accedere al sottotetto, dove si trova una sala d'armi particolarmente affascinante, è possibile però vederla in un'anteprima virtuale attraverso un percorso fotografico 3D visibile nel sito di Treviso Sotterranea (https://www.trevisosotterranea.it). La visita si conclude percorrendo la verdeggiante Penisola del Paradiso, incuneata tra i due canali che scorrono all'esterno della cortina muraria e che termina in corrispondenza del punto più importante del sistema idraulico progettato da Fra' Giocondo. Il Ponte de' Pria incastonato nella nuova cerchia muraria è infatti un'opera ingegneristica molto complessa: sostiene il peso della cortina cinquecentesca permettendone anche la prosecuzione del camminamento e, con le sette poderose arcate, permette il passaggio e la partizione della portata d'acqua, sia dei canali che penetrano nel centro storico di Treviso, che della fossa esterna.
L'ESPERTO Piaser ricorda che è stato reso accessibile anche un secondo sito: «Il torrione di Santa Sofia, angolo Sud est di Treviso, presenta, sotto il terrapieno del macello ottocentesco, dei sotterranei composti da sei stanzoni coperti da una volta in mattoni, che servivano per la conservazione dei pezzi di bestiame macellati al piano soprastante, gli stanzoni sono collegati da una ampia galleria che si snoda in forma semicircolare a ridosso del perimetro del bastione. Infine, per i più temerari, c'è un percorso che parte dalla cannoniera del torrione Santa Sofia, entra attraverso l'originaria cannoniera cinquecentesca da un cunicolo parzialmente allagato che corre lungo gli spalti delle mura che conservano tratti degli originali camminamenti rinascimentali». In tutto il sottosuolo del centro storico resta un tesoro di cunicoli, strutture e ambienti ipogei solo in parte indagati, è il volto di una città e una storia parallela, ricca ed intrigante che risale ai più antichi insediamenti, che Treviso Sotterranea si impegna a tutelare.


    
Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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