La casa va a fuoco, senegalese salva quattro persone: «Dovevo farlo»

Il 25enne senegalese Moussa Touré: «Non sono un eroe, dovevo farlo»

Giovedì 21 Luglio 2022 di Alfredo Baggio
Moussa Toure, l'eroe senegalese
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TREVISO - Non ci ha pensato due volte quando ha visto le fiamme: è salito su una scala e ha salvato la vita a quattro persone, rimaste bloccate, con il loro cagnolino, in un appartamento invaso dal fuoco. Il giovane eroe di Vimodrone si chiama Moussa Touré, ha 25 anni e vive e lavora a Treviso. Di origini senegalesi si trovava nel comune della città metropolitana di Milano per trovare un amico, Lamine Gaye, quando ha visto in lontananza del fumo nero innalzarsi dalle case. Senza pensarci due volte i due sono corsi a vedere cosa stesse succedendo e con loro grande sorpresa hanno trovato una nutrita folla che si agitava scomposta e faceva video accalcandosi intorno alla palazzina dentro cui divampava un violento incendio.

L’INTERVENTO

«Mi sono stupito di tutte quelle persone ferme senza fare nulla che facevano video e gridavano invece di fare qualcosa – racconta Moussa – il primo istinto è stato quello di cercare un modo per aiutare, per far scendere quelle persone dal palazzo in fiamme». I due allora si sono fatti passare dalla folla delle lunghe scale per salire sul terrazzo del primo piano e da lì passare al secondo, dove si trovavano le persone intrappolate dalle fiamme e dal fumo. «La folla ci gridava di fare piano, di stare attenti, come se stessimo facendo una pazzia. Sembrava quasi stessi facendo qualcosa di sbagliato» puntualizza Moussa, che fortunatamente non si è lasciato fermare da quei dubbi. Arrivati sul terrazzo del secondo piano hanno i due amici scoperto che nell’abitazione c’erano due anziani, un papà, suo figlio e pure un cagnolino. Per prima cosa, grazie all’esperienza maturata ottenendo due brevetti sulla sicurezza e prevenzione dagli incendi, i due ragazzi hanno preso un estintore e allontanato le fiamme per creare un passaggio fino al terrazzo. In ordine hanno fatto scendere prima i due anziani, poi il bambino, il padre e dunque il cagnolino, strappandoli dalle grinfie di un orrendo destino.

LA RIFLESSIONE

«Per me è stata una cosa naturale, un dovere – spiega Moussa – e non penso di essere un eroe. Se ci sono delle vite in pericolo è normale fare tutto il possibile per salvarle». Dopo l’accaduto sia Moussa che l’amico non si sono fermati a ricevere le meritate lodi che un gesto del genere dovrebbe meritare. Moussa è tornato subito a Treviso, mentre Lamine è corso a lavoro, timoroso d’arrivare in ritardo per il turno. Un esempio di umanità e abnegazione davvero encomiabile che però ha fatto poco rumore, poiché a ricevere un riconoscimento è stato, il giorno successivo (l’incendio è del 12 maggio scorso), solamente Lamine, mentre Moussa, che abita e lavora nel trevigiano, è tornato il giorno stesso in Veneto tacendo l’accaduto, non considerandolo notevole o eroico. «Non ho avuto paura mentre salivo le scale, pensavo solo a una cosa e quando ti trovi in quei momenti ogni cosa accade molto velocemente, quasi non te ne accorgi». Quante volte accade che le persone assistano a un incidente senza fare nulla, se non riprendere la scena con il telefonino. Ma questa volta fortunatamente c’erano Moussa e Lamine, che hanno guardato in faccia al pericolo e non hanno abbassato lo sguardo. Moussà appena arrivato a Treviso ha cominciato a lavorare insieme a Fabrizio Urettini, con il progetto Talking Hands, sviluppato dall’associazione di promozione sociale XYZ. «Moussa, oltre ad essere un ragazzo dal cuore d’oro, è anche un sarto davvero molto talentuoso», racconta Urettini con un moto di orgoglio. Oggi Moussa lavora per un’azienda della zona e, grazie a lui, Treviso può vantare tra i suoi abitanti, nonostante non si consideri tale, un vero e proprio eroe. 

Ultimo aggiornamento: 19:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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