Contagi raddoppiati in una settimana: «Fatevi i tamponi dopo le feste di Halloween»

Martedì 2 Novembre 2021 di Mauro Favaro
I contagi in provincia di Treviso sono raddoppiati, e si teme che i party di Halloween portino altre positività
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TREVISO - Il tasso dei contagiati rispetto ai tamponi eseguiti è più che raddoppiato. I più colpiti sono i giovani: quasi la metà ha meno di 29 anni. Aumentano anche i ricoveri in ospedale: più 10%. Solo tra sabato e domenica quattro pazienti Covid positivi, tra i 50 e i 60 anni, tutti non vaccinati, sono entrati nel reparto di Medicina dell’ospedale di Vittorio Veneto. E c’è il timore che a breve possano emergere dei focolai legati alle feste di Halloween celebrate senza rispettare le misure di prevenzione. «I contagi li vedremo nel giro di una settimana», specifica Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca.

A questo potrebbero poi aggiungersi pure gli effetti del “rave” lungo il piave a Susegana, che ha portato i carabinieri a identificare 70 giovani. «Non sappiamo se chi ha partecipato verrà a sottoporsi al tampone. Francamente ne dubitiamo – allarga le braccia il direttore generale – li vedremo se e quando staranno male». 


L’IMPENNATA

L’azienda sanitaria sta seguendo da vicino la nuova impennata della curva dei contagi. Fino a pochi giorni fa il tasso medio di positivi rispetto al numero di tamponi eseguiti era fermo allo 0,9%. Adesso è salito all’1,98%. Con un picco di quasi il 5% nel Covid Point dell’ex dogana di Treviso. «I contagi stanno salendo: stiamo andando verso un centinaio al giorno. E quasi la metà ha meno di 29 anni – fa il punto Benazzi – il tasso di positività del Covid Point di Treviso, invece, è dovuto al fatto che l’ex dogana è il centro di riferimento per i test fatti nell’ambito delle scuole e dei contatti di casi positivi«. L’incremento si sta già riflettendo anche sugli ospedali trevigiani. Alla fine della settimana scorsa si contava il ricovero di 35 pazienti Covid positivi. Adesso si è saliti a 39. «Sono entrati quattro pazienti che erano già seguiti a domicilio. Purtroppo le loro condizioni sono peggiorate – specifica il direttore generale – non si tratta comunque di casi legati a cluster: i nuovi ricoveri arrivano da zona diverse, tra Castelfranco e la pedemontana». Restano sempre due i pazienti nella Terapia intensiva di Vittorio Veneto: un 50enne non vaccinato e un 70enne dichiaratamente No-Vax che sta lottando tra la vita e la morte ormai da più di due settimane. 


LA CAMPAGNA

Intanto la copertura generale sui quasi 800mila trevigiani vaccinabili contro il coronavirus (over12) ha raggiunto quota 81,2%. Non senza qualche polemica. Come quelle accese ancora una volta da Riccardo Szumski, il medico di famiglia e sindaco di Santa Lucia di Piave, riferimento delle galassie No-Vax e Free-Vax. «Alla fine del 2020 uno studioso scozzese aveva detto che questo vaccino non funzionicchia, funzionicchia poco – ha spiegato Szumski dal palco dell’ultima manifestazione a Santa Lucia di Piave – adesso sta venendo fuori, e mi dispiace, perché la presa in giro è evidente, che dopo 6 mesi è meglio rifare il vaccino perché non funziona. Io non sto a giudicare. Il punto è che hanno spaventato la gente. A Roma e dintorni sono dei criminali. E anche in altre realtà sanitarie». Il dottore è ancora a rischio sospensione: sotto la lente sia della commissione dell’Usl per la scelta di non vaccinarsi che di quella dell’Ordine dei medici di Treviso per tutti i distinguo sui vaccini. Ad oggi, però, non è stato preso alcun provvedimento nei suoi confronti. Fatto sta che la replica dell’Usl è durissima. «Io sarei Mengele (il medico criminale di guerra tedesco, ndr) e loro dei deportati? Lasciamo perdere. Se non ci fossero state le realtà sanitarie oggi rischierebbero di non essere in piazza ma in qualche Terapia intensiva – conclude Benazzi – e nessuno può dire che manca la libertà: la prima conferma arriva proprio dal fatto che loro possono liberamente dire cose da cretini in piazza». 

Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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