Vaccinazione Covid. Poche dosi all'Ulss2: «Siamo costretti a fermarci»

Sabato 16 Gennaio 2021 di Lina Paronetto
Il direttore generale Francesco Benazzi è preoccupato

TREVISO «La mancanza delle dosi previste ci mette in difficoltà: se le cose non cambiano, ci toccherà ritardare la campagna di 15 o 20 giorni».

L’annuncio della Pfizer di dover ridurre le consegne di vaccino anticovid ai Paesi europei costringe a una brusca frenata anche il piano vaccinale dell’Ulss 2, che dopo medici ospedalieri, ospiti e operatori delle case di riposo e disabili, stava procedendo a ritmi serrati verso l’avvio dell’immunizzazione della popolazione, e in particolare degli over 80, i primi della lunga lista stilata per arrivare alla tanto agognata immunità di gregge. Un passaggio considerato fondamentale nella lotta contro il virus, che colpisce duramente soprattutto gli anziani. In giornata Pfizer e Biontech hanno annunciato di stare mettendo a punto un piano che dovrebbe permettere di aumentare la capacità di produzione e fornire molte più dosi. Al calendario iniziale di distribuzione si dovrebbe tornare la settimana del 25 gennaio. Ma in attesa della controprova pratica i timori rimangono, come conferma senza mezzi termini il direttore generale Francesco Benazzi.

Direttore, siete preoccupati per le notizie che arrivano da Pfizer?

«Sì, molto, perché la Regione giustamente ha voluto un piano vaccinale ampio, cui noi abbiamo adempiuto, programmando a febbraio tutto il necessario per immunizzare gli over 80. Dobbiamo fare tutti i richiami della prima fase, quindi personale ospedaliero, case di riposo, strutture accreditate, e stavamo per partire con gli ultraottantenni. Questo ci costringe a fermarci».

Quanto ritenete importante la vaccinazione degli over80?

«Importantissimo, perché consentirà di mettere in sicurezza tante persone a rischio, per età e pluripatologie. La mancanza delle dosi previste ci crea un’immensa difficoltà. Andremo a ritardare anche di quindici, venti giorni un piano già predisposto dalla Regione, che andava via come un treno, tant’è che il Veneto è tra le prime regioni come numero di vaccinati».

Quante dosi avete attualmente a disposizione?

«Adesso abbiamo nelle nostre strutture una scorta di cinquemila dosi, che ci servono per completare i centri servizi e l’ambito della disabilità. Poi ci dobbiamo bloccare perché dobbiamo fare i richiami».

Quelli riuscirete a coprirli?

«Si. La Regione ha avuto garanzie dal commissario Domenico Arcuri che martedì arriveranno le dosi con cui riusciremo a coprire richiami, poi, ribadisco, saremo costretti a fermarci».

A quando l’arrivo degli altri vaccini?

«Stando alle informazioni che abbiamo ricevuto, le dosi del siero di Moderna dovrebbero arrivare verso metà febbraio, anche AstraZeneca dovrebbe essere disponibile per fine febbraio, questo ci aiuterebbe a vaccinare il resto della popolazione, anche con l’aiuto importante dei medici di famiglia. Nel mondo fanno paura le nuove varianti del virus, inglese, ma anche sudafricana e ora brasiliana. Il gruppo del dottor Roberto Rigoli, dirigente della Microbiologia, insieme alla Regione, alla dottoressa Francesca Russo e all’Istituto Zooprofilattico sta valutando la presenza di varianti all’interno del Veneto, com’è già accaduto per quella inglese. Rispetto a quest’ultima, credo che la situazione sia ancora sotto controllo, anche la Regione sta facendo un lavoro molto minuzioso per isolarlo ed evitarne la propagazione».

Sul fronte dei contagi, la curva appare in calo.

«I contagi hanno avuto una flessione che ci fa un po’ respirare e fa soprattutto respirare gli ospedali. Incrociamo le dita e speriamo di proseguire con questo andamento, perché ci consentirebbe di far ripartire l’attività ordinaria, di cui c’è grande bisogno: visite ambulatoriali specialistiche, buona parte delle quali oggi è ferma, e soprattutto interventi chirurgici programmati. Resto dell’idea che è il vaccino ciò che può aiutare più di tutto: è la luce fuori dal tunnel. Sicuramente aiuteranno anche le restrizioni, ma quello che ci aiuta e ci aiuterà sempre sono i nostri comportamenti, lavaggio delle mani, distanziamento e uso della mascherina»

Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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