Insolita invasione di cigni sul fiume Sile: «Colpa dell'inquinamento»

Sabato 13 Agosto 2022 di Paolo Calia
Un cigno a Silea sul fiume Sile

 TREVISO I cigni sono belli, eleganti, maestosi. Uno spettacolo vederli. In questo periodo in alcuni punti del Sile, soprattutto nell’ampia ansa davanti alla storica osteria “Da Nea”, ce ne sono tantissimi. In questi giorni se ne contano anche 50, tutti assieme. Un colpo d’occhio che impressiona, diventato una delle tante attrazioni di quel tratto di fiume. Ma tanta bellezza è solo apparente. Il proliferare dei cigni è un campanello d’allarme. Sono così tanti perché il Sile, quando esce dalla città, è ammalato, zeppo di sostanze organiche raccolte dalle acque reflue che ancora si gettano lungo il suo corso. Un carico che ne altera la composizione, lo avvelena e ne cambia la flora acquatica. La presenza di sostanze organiche sta riducendo le piante e presenti, volgarmente chiamate “alghe” anche e alghe non sono, favorendo la crescita del potamogeton, pianta acquatica infestante, dalle lunghe diramazioni e foglie di cui i cigni vanno golosissimi. Nel tratto cittadino del fiume, e in quello immediatamente all’esterno, proprio lungo la Restera, il fondale del corso d’acqua è pieno.

E i cigni banchettano prosperando.

L’ALLARME

Francesco Mezzavilla, naturalista che per anni ha studiato il fiume collaborando anche col Parco del Sile, ha uno sguardo critico: «Purtroppo l’acqua del Sile non è quella di dieci o quindici anni fa. È peggiorata. La presenza dei cigni, in questo periodo particolarmente numerosi, è dovuta principalmente al diffondersi di questa particolare pianta acquatica, favorita dall’inquinamento da sostanze organiche in arrivo dalla città. Al 90% i cigni si cibano di questo elemento che, ora, trovano in abbondanza». Per Mezzavilla il Sile non sta bene. A danneggiare le sue acque sono gli scarichi delle fognature, in tante zone della città ancora inesistenti: «Bisogna dire - sottolinea - che questa amministrazione si sta muovendo, qualcosa sta facendo per risolvere il problema. Ma per vedere i primi risultati, bisognerà attende almeno dieci anni». Il Sile paga anche una cattiva gestione delle risorgive, che si stanno gradualmente abbassando anche per un uso non sempre appropriato dell’acqua: «In tante case attorno al fiume ci sono ancora troppi pozzi artesiani - sottolinea Mezzavilla - che pescano nelle falde e, troppo spesso, sprecano l’acqua».

LE CONSEGUENZE

La presenza di una grande numero di cigni sta portando a uno stravolgimento dell’ecosistema e ci vorrà del tempo per ripristinarlo. Comune e Ats stanno provvedendo per tentare di risolvere il problema delle fognature. Attorno al centro storico, nei quartieri, negli ultimi anni sono stati realizzati molti tratti fognari che hanno collegato al depuratore intere zone residenziali prima scoperte. Il problema resta il centro storico. Ats ha già annunciato un lavoro imponente: realizzare sotto il Sile un collettore che parta dalle Mura, sul lato di viale Tasso, e arrivi fino al depuratore. Un’opera non semplice da portare a compimento e che verrà realizzata scavando un mini-tunnel. Da lì verranno poi realizzati i collettori di collegamento col centro. Il problema dovrebbe così parzialmente risolversi. Ma anche in questo caso ci vorrà del tempo. E intanto i cigni proliferano: belli da vedere ma ingombranti per le altre specie. La loro numerosissima presenza in determinati punti, come dalla Nea, è poi dovuta alla conformazione del fiume. E anche ad altri motivi come, per esempio, la concentrazione di persone che danno da mangiare. Un’abitudine che però ha delle conseguenze: il pane, per dirne una, non fa bene a nessun uccello acquatico. L’amministrazione comunale, su iniziativa dell’assessore all’Ambiente Alessandro Manera e di alcune associazioni di volontari, ha piazzato nei punti più delicati dei cartelli che informano le conseguenze che alimenti sbagliati possono avere sugli animali. E che precisano: “Nel fiume ci sono tutti gli alimenti necessari alla loro vita”. Ultimamente ci sono principalmente i cibi preferiti dai cigni: una bellezza che però nasconde una realtà ben diversa. 

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