Caos, resse, ritardi al Pronto soccorso di Treviso scatta l'ispezione

Domenica 9 Giugno 2019 di Paolo Calia
Caos, resse, ritardi al Pronto soccorso di Treviso scatta l'ispezione
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TREVISO Gli ispettori della Regione in Pronto Soccorso. A inizio settimana, su indicazione del governatore Luca Zaia, al Ca' Foncello si sono presentati tecnici incaricati di capire perché, domenica 2 giugno, il Pronto Soccorso, punta di diamante della sanità trevigiana, sia andato in grande sofferenza. Quella di domenica scorsa è stata una giornata infernale per utenti e personale sanitario: tanti, troppi pazienti da visitare, intasamento nel reparto di ortopedia, assenza improvvise tra i medici di turno (un ortopedico in reperibilità era in malattia) e tempi d'attesa dilatati. Una giornata difficile, complicata, anche se alla fine tutti sono stati visitati e ricevuto le cure del caso. Ma solo dopo aver aspettato ore in attesa. E il limite imposto ancora due anni fa da Zaia, che fissa l'attesa massima per ogni paziente di Pronto Soccorso a quattro ore, è stato abbondantemente superato. E dalla Regione hanno voluto capire perché avviando un'ispezione che si è conclusa con una relazione inviata direttamente al governatore. 
I PROBLEMIDomenica scorsa è stata una giornata fuori dalla norma: Ortopedia ha dovuto affrontare una mole enorme di lavoro. Tutto è cominciato già sabato sera quando si sono presentati dei casi particolarmente delicati, a cominciare da un bambino con varie fratture dovute a una caduta col parapendio durante un volo con il padre. È stato necessario intervenire d'urgenza sottraendo personale per il resto dei casi: una decina di persone, non gravi, sono quindi state visitate, rimandate a casa e invitate a tornare domenica per il resto delle cure. La mattina dopo però la mole di persone in attesa di una visita è ancora aumentata, numeri mai visti prima. E la situazione è tracollata con attese lunghissime, soprattutto per i codici a bassa gravità, assolutamente inusuali per l'organizzazione trevigiana. E la Regione ha voluto approfondire: se un Pronto Soccorso come quello trevigiano, abituato a gestire ogni tipo d'emergenza e considerato reparto modello, va in sofferenza vuol dire che un problema c'è stato. 
LLE VERIFICHEMartedì, a 48 ore di distanza, gli ispettori regionali si sono presentati al Ca' Foncello. Hanno esaminato tutte le carte, verificando l'orario di ingresso e di uscita di ogni singolo utente: e in effetti i tempi di attesa sono risultati lunghi, troppo rispetto alla media. Hanno poi parlato con primario, direttore dell'ospedale, direttore sanitario, direttore generale. Hanno fatto un quadro completo della situazione, sottolineando anche l'eccezionalità di quanto accaduto, e evidenziando le difficoltà del reparto di Ortopedia. 
L'ANALISIL'esito dell'indagine lo si conoscerà nei prossimi giorni. Ma alcuni elementi sono evidenti: il Pronto Soccorso di Treviso è diventato un Hub provinciale. In tanti, sempre che non ci siano emergenze particolarmente gravi, preferiscono arrivare fino a Treviso per farsi visitare. E questa è una nota di merito ma, come nel caso di una settimana fa, espone a situazioni non prevedibili. Secondo aspetto: servono più medici. L'Ortopedia, da pianta organica, dovrebbe avere sedici medici, ma oggi ce ne sono solo undici. Se si tiene conto anche dei tempi di riposo obbligatori per chi finisce il turno, si capisce che il lavoro viene svolto praticamente sempre in emergenza. 
LE SOLUZIONIL'unica soluzione possibile, filtra dalla Regione, è aumentare il numero di medici. In tutto il Veneto ne mancano 1300. L'indicazione di Zaia è quindi quella di investire sulla formazione e sul personale, soprattutto in ospedali come quello trevigiano diventati punto di riferimento di un'intera provincia.
Paolo Calia
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