7 aprile 1944: Treviso ferita dalle bombe, mille morti e 3783 edifici distrutti

Mercoledì 3 Aprile 2019 di Chiara Voltarel
7 aprile 1944: Treviso ferita dalle bombe, mille morti e 3783 edifici distrutti
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Il 7 aprile 1944 Treviso viene colpita al cuore da oltre 2600 ordigni che causano la morte di più di mille civili Sono 3783 gli edifici distrutti: la mappa dei luoghi parte dalla Cattedrale, il Battistero, Ca' da Noal e il museo.

 Il monumento civile di Treviso più prestigioso era quasi totalmente crollato, un'enorme trave si era infilata nel pavimento fuoriuscendo dal soffitto della sottostante loggia. L'immagine di Palazzo dei Trecento colpito nel centro della sala da una bomba di 250 chili è il simbolo della devastante azione bellica subita da Treviso il 7 aprile 1944.
 

 


Vile e terroristica incursione nemica. Chiese, edifici storici e scolastici crollati titola Il Gazzettino di domenica 9 aprile 1944. Superate le emergenze si fanno i conti: 21 mitragliamenti, 35 bombardamenti, 2636 bombe sganciate, con più di 1000 morti tra la popolazione civile e la distruzione di 3783 fabbricati, corrispondenti all'81% degli edifici. Il cuore della città era stato colpito nei suoi punti vitali. 
 
I LUOGHIDell'antica chiesa di San Martino si è salvato solo il campanile e poche porzioni di affreschi romanici che restano ora in deposito al Museo Civico. Una bomba aveva scavato una larga e profonda buca in prossimità del Battistero di San Giovanni danneggiando gravemente l'abside e le absidiole decorate con affreschi del XIII secolo; il campanile ha subito gravi lesioni tanto che si era pensato di demolirlo, ed è in quella circostanza che per salvare le campane del 1412, Mario Botter segretamente si affretta a levarle e seppellirle nel cimitero di Fontane per poi, nel dopoguerra, ripristinarle nella torre campanaria restaurata. La cupola con il maestoso Padre Eterno in gloria dipinta dal Pordenone, nella cappella dell'Annunziata della Cattedrale, è crollata interamente e definitivamente perduta; lì vicino, bombe incendiarie hanno distrutto il passaggio elevato che collegava le canoniche vecchie alle nuove, gran parte della Sacrestia, la Biblioteca e le Canoniche con la perdita di numerosissimi documenti d'archivio e preziosi manoscritti; un enorme patrimonio archivistico è stato distrutto anche dalle bombe che hanno colpito il Museo Civico in Borgo Cavour. Gravi furono i danni ai palazzi, prima tra tutti Casa da Noal che si presentava con gran parte dell'ala sinistra completamente distrutta. Solo due bassorilievi, recuperati da Botter e oggi conservati nei depositi a Casa da Noal, restano di quella che era considerata il più bello e raffinato esempio di decorazione antiquaria: Casa Barisani, che sorgeva in Piazza Duomo all'angolo con via Cornarotta, detta anche la Casa Rossa per il colore rosso caldo che faceva da sfondo alle fasce decorate da Giovanni Maria Teutonico nel 1503. 
I DANNIGravemente colpita la zona delle Scorzerie, da via Fiumicelli fino a via XX Settembre, dove molti palazzi affrescati sono stati irreparabilmente danneggiati e il Reale Albergo Stella D'oro, luogo di ritrovo dell'élite trevigiana, è stato completamente raso al suolo.
Di palazzo Manolesso in via Collalto, e della raffinatissima facciata affrescata a finti marmi e fregi, sono rimaste solo testimonianze parziali, e al posto del possente palazzo dei Collalto oggi c'è una piccola piazza. Così Piazza Vittoria perde casa Tiretta dalla vivace facciata con le imponenti e numerose figure affrescate dal Pordenone. La Loggia dei Cavalieri, che si era miracolosamente salvata da quel tragico venerdì Santo, viene gravemente danneggiata il mese successivo: il 14 maggio un'altra incursione aerea si accanisce sulla zona e crollano macerie su macerie, danneggiando anche Palazzo Spineda, il quartiere di Madonna Grande e bombe di grosso calibro hanno provocato il crollo parziale dell'albergo Alle Beccherie. Gli attacchi proseguono per tutto l'anno, così mercoledì 27 dicembre dalle ore 10.35 alle 12, 46 aerei si susseguono nei bombardamenti prendendo di mira la stazione centrale e il quartiere di San Nicolò, ed è in quel frangente che la chiesa di San Teonisto perde definitivamente il meraviglioso soffitto dipinto dal Guarana; un'altra bomba scoppia sul tetto della chiesa di San Nicolò, ma più gravi sono stati i danni al Seminario Vescovile e agli affreschi della Sala del Capitolo. Un colpo al cuore della città che a distanza di 75 anni mostra ancora ferite indelebili: il segno sulle pareti di Palazzo dei Trecento, porzioni di muri senza intonaco e decorazione a Casa da Noal, il nuovo assetto urbanistico, nuovi edifici, frammenti di quelli distrutti conservati al Museo, altri palazzi ricordati solo da qualche disegno o in qualche fotografia. Chiara Voltarel 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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