Troppi trucchi nelle adozioni:
pagano anche i Morandin

Giovedì 19 Dicembre 2013 di Paolo Calia
Troppi trucchi nelle adozioni: pagano anche i Morandin
TREVISO - Le adozioni col trucco. Un paio di furbate messe a segno dai mesi scorsi da alcune coppie canadesi e americane hanno contribuito a irrigidire l'atteggiamento delle autorità congolesi nei confronti delle adozioni all'estero.



Due bambini adottati a Kinshasa sono infatti finiti in famiglie di gay; cosa che ha letteralmente mandato su tutte le furie il governo del Congo che vieta da sempre questo tipo di affidamenti. Da qui la scelta della linea dura. E a farne le spese sono ora, tra gli altri, i coniugi trevigiani Marco Morandin e Francesca Bortolin, bloccati da un oltre un mese a Kinshasa. Lo denuncia Marco Griffini, presidente dell'AiBi, uno degli enti incaricati di facilitare le adozioni per le famiglie italiane. Da settimane si sta battendo per capire perché le 26 famiglie italiane volate nel paese centroafricano per coronare il sogno di adottare un bambino, siano state stoppate dal governo del Congo. A settembre le autorità hanno deciso di bloccare per un anno tutte le adozioni.



Anche quelle che sembravano già concluse, come hanno amaramente scoperto Marco e Francesca arrivando a Kinshasa con la rassicurazione che per loro tutto fosse a posto e con tutte le carte in regola. Invece sono rimasti imprigionati in una realtà sconvolgente: il governo del Congo non avrebbe dato il visto per uscire dal paese al loro bambino di 14 mesi a tutti gli effetti loro figlio. Se volevano tornare in Italia, avrebbero potuto farlo. Ma da soli. Per giorni Griffini ha tentato di dare una spiegazione a questo atteggiamento così duro. E adesso, mettendo assieme alcuni episodi accaduti negli ultimi mesi, è arrivato a una darsi una spiegazione: «Ad aprile - racconta il presidente dell'Aibi - un bambino congolese venne dato in adozione a un single canadese.



Una volta tornato in Canada però questo single dice di far parte di una coppia gay e i due pubblicizzano il fatto di essere riusciti ad adottare un bambino. La cosa ha fatto infuriare le autorità congolesi che hanno sospeso le adozioni per due mesi. Poi un altro episodio negli Usa: una famiglia ha annunciato di non voler più tenere il bambino adottato e gli ha cercato una nuova sistemazione via Internet. Altra pratica che il Congo non accetta».



Ultimo episodio, la lista delle famiglie arrivate per l'adozione a novembre: otto non sarebbero dovute partire. Nessuna di queste è seguita dall'Aibi: «Analizzando tutto questo si riesce a dare una spiegazione a quanto sta accadendo. Però vogliamo capire perché le coppie americane e quelle francesi sono riuscite a tornare in patria con i figli mentre quelle italiane no - dice Griffi - . Forse il nostro governo non si è impegnato molto per risolvere questa situazione».
Ultimo aggiornamento: 19:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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