L'appello sul web del parroco: «Un pulmino per portare qui i piccoli profughi ucraini»

Domenica 27 Febbraio 2022 di Laura Bon
Fuga dall'Ucraina

TREVIGNANO - Il parroco di Trevignano lancia l’appello sul web: «Serve un pulmino 9 posti per recuperare in Ungheria donne e bambini ucraini».

E in un batter d’occhio lo trova, in una gara di solidarietà. Dopo aver riempito, venerdì sera, la chiesa di Trevignano per pregare per (e con) la popolazione ucraina, Trevignano e tutto il montebellunese hanno dimostrato che la solidarietà non è fatta solo di parole.


APPELLO SU FACEBOOK
Nella mattinata di ieri, infatti, don Silvio Caterino, parroco di Trevignano, ha lanciato un appello pressante sulla sua pagina Facebook: «Ci sono alcune donne e bambini ucraini che attendono in Ungheria di essere riportati in Italia -ha scritto- Ci serve un mezzo da 7/9 posti. L’autista c’è già e conosce perfettamente le strade da percorrere. Partirebbe oggi in giornata e rientrerebbe domani o al massimo lunedì. Qualcuno può aiutarci? Chi può noleggiarci un van?». E le risposte non si sono fatte attendere tanto che, in meno di un’ora, il pulmino è stato trovato. A partire, ieri sera, è stato un mezzo della Cooperativa l’Incontro, ma si erano presentate anche altre possibilità: dalle offerte di privati all’utilizzo dei pulmini della Fulgor Trevignano. Perché la sensazione comune è che nella situazione difficile serva una risposta corale. La richiesta del pulmino, peraltro, è nata da una vicenda che riguarda più che mai da vicino Trevignano. È la toccante storia di Inna, che 15 giorni fa è partita da Trevignano per l’Ucraina per assistere la mamma gravemente malata di Covid. «Lì -racconta don Silvio- è stata raggiunta dalla figlia che abita in America e dal figlio che risiede, invece, a Volpago. Mentre il ragazzo è rientrato in aereo, mamma, figlia e nonno si sono trovati nel bel mezzo del conflitto». E il nonno nella notte fra mercoledì e giovedì le ha esortate a partire, dato che, in poche ore, sarebbe scoppiato il caos.


LIETO FINE
«Madre e figlia hanno trovato modo di superare la frontiera -continua don Silvio- ma, arrivate in Ungheria, il pulmino sul quale viaggiavano con altre persone ha avuto un guasto». Così, da Volpago il figlio è ripartito in auto e ieri è riuscito a riportare a Trevignano la mamma, la sorella, l’autista e il nonno, partito a sua volta. Ci hanno informato però che in Ungheria erano rimaste altre donne e bambini che viaggiavano nel pulmino, di cui almeno una, forse due, in gravidanza. Di qui, l’sos con la richiesta di un pulmino per mandare l’autista a recuperarle». Ieri don Silvio ha accolto a Trevignano Inna e i suoi familiari. «Sono arrivati stravolti dal viaggio e dall’esperienza. Nel frattempo, man mano che si spargeva la voce della situazione, mi è già arrivata qualche chiamata di trevignanesi pronti ad accogliere le donne in arrivo (nel pulmino partito ieri sera, ndr). Non tutte, infatti, hanno un riferimento qui». Tante sono, del resto, le storie di donne il cui cuore è diviso a metà. E qualcuna lo ha raccontato anche venerdì, quando la comunità di Trevignano si è ritrovata per pregare. C’è ad esempio una signora che lavora a Trevignano e che sarebbe dovuta partire proprio venerdì per vedere la nipotina neonata, ma che la guerra ha fermato. Ma c’è anche chi pensa alla famiglia lontana, che, in un luogo più sicuro di altri, sta accogliendo fuggiaschi. E poi c’è anche una mamma e moglie che, a Trevignano da tanti anni, ha le persone care appartenenti a entrambi i due popoli in conflitto. Perché la guerra arriva a dilaniare le stesse famiglie.

Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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