Treno elettrico tra città e aeroporto: investimento da 50 milioni

Il progetto di un people mover

Martedì 20 Aprile 2021 di Paolo Calia
Treno elettrico tra città e aeroporto: investimento da 50 milioni
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TREVISO - I primi contatti ci sono già stata e nei prossimi giorni, quando finalmente si potrà riprendere a muoversi con una certa libertà, da Ca’ Sugana partirà una spedizione verso Bologna per toccare con mano il progetto “Marconi Express”, il people mover, il treno-navetta su monorotaia, che collega la stazione cittadina all’aeroporto felsineo. È quello il modello cui il sindaco Mario Conte e il vicesindaco Andrea De Checchi guardano e che vogliono portare a Treviso.

Hanno già parlato almeno in due occasioni con i progettisti della Intalm Trasportation, studio lussemburghese, gli stessi che hanno realizzato l’opera bolognese. E che adesso l’hanno proposta a Treviso.


I NUMERI
L’idea della giunta è chiara e dichiarata da tempo: collegare la stazione ferroviaria trevigiana con l’aeroporto Canova. La monorotaia sarà lunga 3,8 chilometri e sopraelevata, viaggiando a 6-7 metri da terra. Un tracciato preciso non è ancora stato individuato. Ma in uno degli incontri, cartina di Treviso alla mano, i progettisti hanno segnato un possibile itinerario. La stazione di partenza sarà all’altezza del parcheggio dello scalo Canova, quello che verrà collegato all’aerostazione con la passerella pedonale sopra la Noalese. A De Checchi, a dire il vero, non dispiacerebbe una fermata proprio dentro l’aeroporto. Ma si deciderà in fase progettuale. La monorotaia costeggiando via Canevare punterà fino all’area della dogana, dove potrebbe essere realizzata una stazioncina intermedia. Poi proseguirà fino a intercettare le linea ferroviaria procedendo in parallelo e arrivando in stazione. In tutto 3,8 chilometri in sopraelevata con la possibilità, da studiare a livello progettuale, di passare anche sopra la tangenziale.


LE CARATTERISTICHE
Le navette ancorate sulla monorotaia viaggiano su ruote gommate, sono totalmente elettriche e automatiche e tenute sotto sorveglianza dagli operatori in sala di controllo. Potranno caricare fino a 50 passeggeri con bagagli. L’idea è quella di adeguarsi al modello bolognese: tre veicoli in servizio, passaggi ogni 6-7 minuti, possibilità di trasportare fino a 560 passeggeri all’ora in entrambe le direzioni. 


I COSTI
«Parlare di costi adesso è complicato - spiega De Checchi - prima bisogna individuare il tracciato esatto». Una stima però è stata fatta. Per 3,8 chilometri si parla di un investimento tra i 40 e i 50 milioni di euro. La monorotaia bolognese è costata 125 milioni, ma è lunga più del doppio rispetto a quella che la giunta vorrebbe realizzare. Le idee per finanziare il progetto, che il sindaco vorrebbe almeno avviare dal punto di vista burocratico entro la fine del mandato, sono chiare: si darà l’assalto ai fondi del recovery Fund. Conte ha dato un mandato molto preciso ad Alessandro Manera, assessore con delega proprio alla gestione dei milioni in arrivo dall’Europa: trovare i finanziamenti per il people mouver, l’opera su cui l’amministrazione sta puntando per lasciare il segno. E poi c’è lo strumento del project financing, l’accordo tra pubblico e privato da sempre la chiave per progetti ambiziosi.


L’OBIETTIVO
«Il collegamento su monorotaia tra stazione e aeroporto - osserva De Checchi - cambierà molto la città. Sarà totalmente elettrico, toglierà traffico dalle strade e ci consentirà di portare i turisti direttamente in città. Nella nostra ottica poi dovrà essere completato. Una volta realizzato il collegamento col Canova, dobbiamo pensare a portare la monorotaia dalla stazione fino alla sede della Provincia al Sant’Artemio. La pandemia ci ha rallentati, ma adesso siamo pronti ad andare a Bologna per capire e studiare».


 

Ultimo aggiornamento: 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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