TREVISO - Una trentina di pendolari inferociti e un treno fermo sui binari per quasi due ore ad appena un chilometro dalla stazione ferroviaria di Treviso. È quanto accaduto ieri mattina alle 7.40 quando il regionale per Vicenza si è improvvisamente fermato lungo i binari pochi istanti dopo la partenza.
I RACCONTI
«Quando abbiamo iniziato a sentire il macchinista e il controllore inveire contro alcuni colleghi al telefono abbiamo percepito la reale gravità della situazione - afferma invece Andrea, uno dei pendolari più colpiti dal ritardo procurato dal guasto al convoglio Per carità, un problema può succedere, ma non si possono costringere le persone a rimanere sedute in carrozza senza la possibilità di uscire o avere un'assistenza di viaggio». I viaggiatori presenti nel treno, infatti, non sono potuti scendere a terra e tornare in autonomia in stazione a Treviso, così come non è stata offerta loro alcuna navetta sostitutiva per continuare il tragitto verso Castelfranco Veneto e Vicenza, due svincoli ferroviari fondamentali per molti pendolari. «Molti di noi si sono agitati e hanno iniziato a chiedere spiegazioni al controllore continua Andrea Come sempre accade con Trenitalia, però, nessuno ha voluto risolvere realmente il problema di chi ha magari anche perso le coincidenze con altri convogli, tra cui un signore che doveva recarsi a Torino. È stato tutto allucinante».
LA SOLUZIONE
La situazione si è poi sbloccata intorno alle 9.20 quando l'intero convoglio, ancora impossibilitato a ripartire e bisognoso di ulteriori controlli, è stato trainato nuovamente in stazione a Treviso per permettere ai viaggiatori di scendere e trovarsi così in autonomia una alternativa di percorso. «È stata un'esperienza estenuante, ma alla fine qualcuno è riuscito comunque a prendere il treno successivo in arrivo da Portogruaro - conclude Giulia Anche se quello delle 8.38 è andato perso in quanto eravamo ancora fermi sui binari. Altri invece hanno deciso di prendere bus o chiedere passaggi ad amici e colleghi, soprattutto gli insegnanti tra noi. In ogni caso qualcuno dovrebbe rispondere per quanto successo. Ora chi ci ripaga il biglietto? Chi ci ridà le ore perse di lavoro? Sequestrare per un'ora e mezza delle persone è inaccettabile».