Tradito, spara all'amante della moglie: condannato a 4 anni

Giovedì 20 Febbraio 2020 di Denis Barea
Tradito, spara all'amante della moglie: condannato a 4 anni
ODERZO - Una pallottola forse per lavare con il sangue l'umiliazione del tradimento consumato dalla moglie con quel conoscente connazionale qualche tempo prima. Un colpo di pistola sparato alle spalle che fortunatamente non ha interessato gli organi vitali del 40enne vittima dell'agguato, Durim Qefa, la cui colpa era quella di essere finito a letto con la donna durante la crisi coniugale che aveva per qualche mese allontanato la coppia. Per quei fatti ieri mattina Artenis Ago, 39enne albanese difeso dall'avvocato Fabio Crea e mandato a processo con l'accusa di tentato omicidio, è stato condannato a 4 anni di reclusione. Il sostituto procuratore Davide Romanelli aveva chiesto 6 anni e mezzo di galera. 

LA VICENDA
Era la notte tra il 4 e il 5 agosto del 2018 quando Ago ha teso l'agguato al rivale in amore, che lavorava come buttafuori. In realtà la storia tra l'uomo e la moglie fedifraga dell'imputato era finita da tempo e si era trattato di una relazione durata poco, il tempo che il 39enne e la consorte avevano trascorso da separati di fatto durante una crisi del loro rapporto. Una storia di letto e poco più, nata quando la donna si era convinta che il matrimonio con Ago fosse finito. Finendo per consolarsi sotto le lenzuola con il 40enne, al tempo dei fatti dipendente di una cooperativa che aveva in appalto i servizi di sicurezza del Casinò di Venezia. Ma dopo la tempesta il barometro del matrimonio improvvisamente torna a segnare bel tempo e Ago Artenis e la moglie si rappacificano e tornano a vivere insieme. Tutto bene quel che finisce bene, fatto salvo che l'uomo viene a sapere della scappatella e diventa una furia. 

LA REAZIONE
Per lui la colpa di tutto non è tanto della consorte che c'è stata ma del connazionale che l'avrebbe sedotta e avrebbe approfittato delle difficoltà della coppia. Ago si sente non solo tradito ma anche umiliato e comincia a covare il desiderio di vendetta. Così la notte dell'agguato esce di casa con in mano una calibro 22 Bernardelli con il numero di matricola abrasa; dell'altro uomo conosce gli orari e gli spostamenti e allora lo attende, intorno alle 3.30 del mattino, dalle parti della stazione dei treni di Oderzo. Nel caricatore ci sono otto colpi ma dall'arma ne parte uno solo: Ago fa fuoco colpendo il connazionale alle spalle. Il proiettile non attraverso organi vitali e si incastra sotto la scapola del 40enne, che resta comunque gravemente ferito. Sarà proprio la vittima dell'agguato a fornire agli inquirenti tutti gli elementi utili per arrivare al 39enne e in pochi giorni il cerchio si stringe intorno ad Ago, che viene fermato con l'accusa di tentato omicidio mentre insieme alla moglie e ai figli stava cercando di lasciare l'Italia in macchina, probabilmente diretto in Albania. Dentro la vettura verrà ritrovata anche la pistola che ha sparato. 
Ultimo aggiornamento: 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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