Tortura il padre di 85 anni con scosse elettriche al volto e alla testa

Mercoledì 9 Ottobre 2019 di Denis Barea
Tortura il padre di 85 anni con scosse elettriche al volto e alla testa
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TREVISO - «Ti prego smettila, ti supplico basta farmi male». È stato torturato un anziano 85enne di Treviso, chiuso in bagno dal figlio 50enne, che con un taser artigianale lo ha sottoposto a scosse elettriche al volto e alla testa, prima da una parte e poi dall’altra, mentre lo teneva fermo afferrandolo con una mano al collo. «Ti prego, basta, basta», ha supplicato l’anziano, ma il 50enne non ha smesso. Quando lo ha fatto ha afferrato il padre e lo ha spinto con forza scaraventandolo dentro alla vasca da bagno. È la sera del 29 aprile del 2017 e il terrore provato in quella occasione ha spinto l’85enne, che fino ad allora aveva subito in silenzio le angherie e le violenze del figlio, a fare denuncia e a raccontare gli anni di paura, umiliazioni e botte patite per mano del figlio. Per quei fatti L.T. è stato condannato, in abbreviato, a tre anni di reclusione e a un risarcimento di 20mila euro.
 
Per quanto fossero passati gli anni della giovinezza il 50enne aveva sempre vissuto con i genitori a Treviso città. Una scelta comoda per lui ma anche una convivenza difficile per la coppia, che avrebbe invece voluto vederlo sistemato con un lavoro vero che lo aiutasse a diventare autonomo. Lui invece aveva sempre campato di occupazioni occasionali e del denaro che gli passavano la madre e il padre.
La tensione in casa è esplosa con la morte della donna, avvenuta qualche anno prima. Rimasto solo, l’85enne poteva contare solo sull’aiuto del figlio per il quale sarebbe diventato invece soltanto un peso. A quel punto sono cominciati i litigi e le discussioni, le violenze, le umiliazioni, gli sputi in faccia e le minacce. 
IL TERRORE
«Mi afferrava e mi buttava a terra»ha raccontato l’anziano nella sua denuncia, riportando anche come in alcuni occasioni venisse trascinato in bagno e spinto con violenza dentro alla vasca. L’uomo ha subito per lungo tempo senza dire mai una parola agli altri parenti, senza fare mai un accenno agli amici o ai vicini, a cui però non era sfuggito il trambusto che si sentiva spesso provenire dalla casa. Fino a quando, quel 29 aprile di due anni fa, il figlio lo ha aggredito prima spingendolo a terra, poi percuotendolo fino a trascinarlo nel bagno. A quel punto lo ha afferrato con una mano stringendogli il collo, poi ha afferrato un taser artigianale e ha infierito sul papà dandogli ripetutamente la scossa sul viso e sul collo.
«Sono stati minuti interminabili - ha detto sotto choc l’85enne, costituitosi parte civile assistito dall’avvocato Fabio Crea - l’ho supplicato di smetterla ma lui ha continuato come se nulla fosse».Quando vengono chiamati i soccorsi, l’anziano viene portato in ospedale dove gli vengono refertate escoriazioni e abrasioni al volto e una vasta ecchimosi ad una gamba. A seguito della denuncia il 50enne viene arrestato ma dopo poco la misura cautelare della detenzione risulta attenuata in allontanamento dalla casa familiare. L’altro giorno la sentenza, una condanna pesante con cui si chiude la vicenda giudiziaria ma che lascia aperte le ferite di quel rapporto malato tra padre e figlio segnato da una violenza crudele al limite del sadismo.
Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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