«Ti voglio»: dottoressa di 26 anni perseguitata da un 30enne

Martedì 22 Settembre 2020
«Ti voglio»: dottoressa di 26 anni perseguitata da un 30enne
PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) - «Sono venuto qui solamente per te». È quello che una dottoressa di 26 anni si è sentita dire nella notte tra sabato e domenica da un 30enne, originario dell'est Europa, che le ha improvvisamente sbarrato la strada all'interno dell'ambulatorio della guardia medica di via Lubin a Pieve di Soligo. In un attimo la tensione è salita alle stelle. L'uomo si era fermato proprio in mezzo al corridoio, lasciando la dottoressa, che era in servizio da sola, dalla parte senza uscite. Per fortuna lei non ha mai mollato il proprio cellulare. E non appena ha sentito quelle parole ha chiamato il 112. Il trentenne è scappato solo nel momento in cui ha visto che la chiamata era stata inoltrata. Adesso è stato denunciato ai carabinieri per molestie e per aver dichiarato una falsa identità a un pubblico ufficiale.

IL PRECEDENTE
Non è la prima volta che quella stessa persona si rivolge alla guardia medica di notte, apparentemente senza motivo e senza documenti, lasciando in più occasioni nomi e dati anagrafici diversi. Negli ultimi giorni sono stati contati cinque accessi, sempre quando erano in servizio giovani dottoresse. Quella di turno tra sabato e domenica l'aveva già visto nella notte tra il 6 e il 7 settembre. In quell'occasione l'uomo era arrivato alle 2.30 lamentando un gran mal di denti. E l'altro ieri è tornato nello stesso ambulatorio di via Lubin, trovando la stessa dottoressa della volta precedente. Alle 23 ha detto attraverso il videocitofono che aveva ancora mal di denti. Dato che era senza appuntamento, indispensabile dopo le 22, non è stato fatto entrare. Ma alle 3.10 è tornato alla carica, ha suonato nuovamente alla porta della guardia medica, stavolta dicendo che aveva mal di testa. «Gli ho chiesto se aveva i documenti. Mi ha detto di sì. Una volta all'interno dell'ambulatorio, però, ha spiegato che in realtà non li aveva racconta la dottoressa a quel punto ho messo nero su bianco che si era presentato più volte senza documenti. E quando è stato il momento di uscire è rimasto fermo e si è messo a fissarmi. Ho continuato a invitarlo a uscire tenendo stretto il cellulare e specificando che in caso contrario sarei stata costretta a chiamare le forze dell'ordine. Così si è spostato nel corridoio. Ma a metà si è fermato, mi ha bloccato la strada e ha detto che era venuto lì solamente per me. E' stato in quel momento che ho fatto partire la chiamata al 112». Quando ha visto che la chiamata era stata effettivamente inoltrata, il trentenne si è dileguato.

INDAGINI
L'uomo è stato poi identificato anche grazie alle telecamere poste all'esterno dell'ambulatorio.
La dottoressa, inoltre, aveva avuto l'accortezza di fare una foto al videocitofono. Quando accaduto ripropone il problema della sicurezza nelle guardie mediche. «La dottoressa era da sola. Si è ritrovata in una situazione ad altissimo rischio sottolinea Salvatore Cauchi, segretario regionale dello Snami abbiamo già chiesto di poter prevedere dei presidi da parte della Protezione civile o degli Alpini nelle ore notturne. In alternativa, servirebbero dei turni per fare in modo che almeno le dottoresse, in particolare quelle più giovani, ma non solo, non si ritrovino mai completamente da sole». Mauro Favaro
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