CARBONERA (TREVISO) - «Partiamo per dare soccorso a 25 minori rimasti soli». Ha per epicentro Gaziantep il sisma di magnitudo 7,8 che tra domenica notte e lunedì ha distrutto intere città della Turchia sud orientale e della Siria provocando (stima provvisoria) almeno 21 mila vittime. A Kilis, 44 km a est, l'apocalisse ha in parte risparmiato le case. Ma nella città al confine con la Siria, corridoio di profughi, una nuova umanità dolente è in arrivo. La città, capitale dell'omonima provincia a 50 chilometri da Aleppo, è stata raggiunta negli ultimi giorni da un numero imprecisato di sfollati, minori soprattutto, molti dei quali orfani di entrambi i genitori. Qui da anni la trevigiana di Carbonera Paola Viola ha avviato i progetti della onlus "Una mano per un sorriso". «La situazione è molto complicata - ammette Paola Viola, da poco stata insignita del Cavalierato dal Presidente Sergio Mattarella - si può dire per fortuna la zona di Kilis non è stata l'epicentro dei crolli, ma è l'epicentro di un'ondata di disperazione che vede l'arrivo di persone che lottano tra la vita e la morte».
Ultimo avamposto, la situazione vista da Paola
«Non abbiamo proiezioni, ma sappiamo che già sono tantissime. È la via dei profughi, per i siriani è stata una sorta di via della salvezza. In pochi anni la città ha visto triplicare la sua popolazione. Ma il problema è proprio questo: non c'è stata una vera integrazione, i siriani vivono in garage, negozi sfitti». Per questo l'ultimo avamposto turco prima del confine con la Siria è conosciuto anche come la città limbo. «Qui la vita era già complicata prima, ora la situazione è drammatica soprattutto a causa del freddo. Gli inverni sono rigidissimi, e con il sisma anche le precarie stufette non possono essere usate perchè l'elettricità va e viene». Paola Viola partirà per Kilis il 17 febbraio insieme a due volontari. «Stiamo organizzando con i nostri collaboratori in Siria un intervento di consegna di beni di prima necessità. Raccogliamo fondi perchè non ha senso portare là i materiali: è più agile e immediato acquistare direttamente in loco ciò che serve alle famiglie. Io scendo per andare a dare sostegno e aiuti alle famiglie, noi ne abbiamo 30 in gestione. Fanno parte dei meno derelitti, di quelli a cui non è precipitata la casa addosso - prosegue Paola - ma già vivevano in garage posticci e negozi sfitti e ora la corrente non c'è». Nonostante le difficoltà legate all'enorme emergenza umanitaria dei luoghi colpiti dal terremoto, i collegamenti per Istanbul e poi Gaziantep sono garantiti. «L'emergenza più drammatica e triste, quella che affronteremo immediatamente, è di tutti questi bambini rimasti orfani e che sono negli ospedali, completamente soli e abbandonati a se stessi. C'è il pericolo che questi bambini spariscano». Per questo alla Onlus è arrivata la richiesta di provare a intervenire, con le proprie forze, su un numero specifico di casi.