Inferno a Bali, famiglia veneta
si salva sulla collina: «Crollava tutto»

Lunedì 6 Agosto 2018 di Elena Filini
Le isole Gili
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TREVISO - Gili Trawangan. Un rumore sordo e la devastazione del terremoto. Poi la fuga in collina, senza neppure il tempo di prendere con sè il portafoglio e i documenti. E' stata però la rapidità a salvare Giovanni Simeoni e la sua famiglia dal sisma di magnitudo 7 che ha colpito tutto l'arcipelago di Bali in Indonesia, con epicentro sull'isola di Lombok. Il professionista trevigiano, ex campione di pattinaggio artistico a rotelle, era arrivato pochi giorni fa per una breve vacanza sull'isola di Gili Trawangan, la principale dell'atollo di Gili, a pochissima distanza da Lombok. Poi, alle 19.46 locali la terra ha iniziato a tremare. «Neanche il tempo di capire cosa stava esattamente succedendo e il nostro albergo ha cominciato a crollare» racconta Simeoni nel breve sms inviato alla famiglia per rassicurarla sulle sue condizioni.

FUGA IMMEDIATA. Dopo la prima fortissima scossa, insieme a moglie e figli, come altri stranieri, è stato condotto dagli abitanti e dalle forze di polizia locali sulla collina che domina l'isola. Da lì lo spettacolo terribile delle case e degli hotel che venivano giù come carta velina. «Non abbiamo più nulla: tutto è rimasto in albergo -scrive ancora Giovanni ai familiari- Siamo spaventati, senza soldi, senza vestiti, senza effetti personali di alcun tipo. Ma siamo vivi». Dopo il terremoto del 29 luglio, che ha ucciso 16 persone, l'isola di Lombok è stata interessata da un nuovo sisma, stavolta di magnitudo 7 Richter, quindi ancora più forte, con ipocentro a una profondità di 10 chilometri.

POTENZA DISTRUTTIVA. Stiamo parlando di un evento che capita una dozzina di volte l'anno in tutto il pianeta, che equivale all'esplosione di 500mila chilogrammi di tritolo e che ha una potenza pari a circa 30 volte quella dell'atomica sganciata su Hiroshima. In Italia mancavano pochi minuti alle 14. L'onda lunga della scossa si è subito propagata anche a Bali e negli atolli vicini, meta turistica di tanti italiani. «Per favore andate in luoghi ad altitudine elevata, restando calmi e senza farvi prendere dal panico» è l'appello lanciato in queste ore dalla tv indonesiana alla popolazione. Le autorità hanno anche lanciato un allerta tsunami che è rientrato solo a sera inoltrata. L'isola di Lombok è una popolare meta turistica che si trova a est di Bali e fa parte dell'arcipelago delle Piccole Isole della Sonda.

PRIME STIME: TRE MORTI. Stando alle prime agenzie, almeno tre persone hanno perso la vita a causa del terremoto, mentre i feriti sarebbero centinaia e ancor di più gli sfollati che hanno dovuto abbandonare le loro case. Su Twitter alcuni utenti hanno postato foto di motorini rovesciati e supermercati distrutti. «Giovanni, mia cognata Mara Pivato e i ragazzi Nicolò e Augusta erano probabilmente in spiaggia o al ristorante dell'hotel -racconta la sorella Laura Simeoni- non appena è stato dato l'allarme, hanno seguito le indicazioni delle autorità locali e sono stati portati sulla collina. L'isola si trova in una fascia ad altissimo rischio. E come già avvenuto a fine luglio, si è salvato chi con tempestività si è allontanato dalla costa».

SOCCORSI SOLO ALL'ALBA. La famiglia ha subito chiamato la Farnesina e poi l'ambasciata italiana a Giacarta. «Ci hanno spiegato che i soccorsi non sarebbero partiti prima dell'alba. E che dell'evacuazione si occuperanno le autorità locali. Hanno consigliato a tutti di non muoversi dalla collina, di cercare di sopportare il freddo della notte, ma di non avventurarsi negli alberghi perchè la maggior parte sono crollati o pericolanti». Forse già oggi i turisti saranno evacuati dall'isola e spostati all'aeroporto di Lombok per il rimpatrio.

PARENTI IN ATTESA. «Il cellulare di mio fratello e quello di mia nipote sono ancora attivi -prosegue Laura- comunichiamo tramite sms ma col contagocce perchè ovviamente non hanno con sè cavetti per ricaricarli e il loro funzionamento è vitale per i contatti. Sono infreddoliti e spaventati perchè è notte. Noi cerchiamo di rassicurarli, abbiamo fatto loro delle ricariche telefoniche e ci stiamo muovendo perchè possano disporre di denaro per tutte le necessità». Dei documenti per il rimpatrio si occuperà invece l'ambasciata. Dopo la lunga nottata, oggi la disavventura in Indonesia potrebbe avviarsi a conclusione. «C'è grande tensione, ma davvero abbiamo la speranza che il peggio sia passato. Attendiamo solo di potere riabbracciare i nostri cari al più presto».
 
Ultimo aggiornamento: 15:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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