Il progetto del sindaco Conte: «Tutti i teatri in rete»

Martedì 9 Ottobre 2018 di Paolo Calia
Il progetto del sindaco Conte: «Tutti i teatri in rete»
TREVISO - Il sindaco Mario Conte non si accontenta. Messo in salvo il teatro, assicurata questa stagione data per spacciata in più occasioni, tracciato il percorso che porta dritto dritto in seno al Teatro Stabile del Veneto, ora il primo cittadino guarda oltre. E svela la seconda parte del suo piano: «Non possiamo fermarci al solo Comunale - annuncia - l'amministrazione comunale vuole arrivare a gestire anche eccellenze come il teatro Eden e il teatro delle Voci e creare una rete che comprenda pure Vittorio Veneto e Conegliano. Il patrimonio culturale del nostro territorio deve unire e non dividere». Questo sviluppo futuro lo butta là, mentre attorno si celebra lo scampato pericolo e la ripartenza del Comunale. Lo fa con disinvoltura, ben sapendo però di aprire una nuova partita tutta da giocare. Il sindaco parla con passione nel giorno in cui si  celebra la nuova vita del Comunale in una sala del teatro piena di appassionati e media. Accanto ha l'amministratore unico della Teatri Spa Gianfranco Gagliardi, il nuovo presidente del Teatro Stabile del Veneto Giampiero Beltotto, l'assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari: tutti i protagonisti del salvataggio dell'estate. La stagione teatrale trevigiana, dalla prosa alla musica, alla danza, si farà. Un po' ristretta rispetto al passato, ma si farà.

LE FRECCIATE
E Conte si gode il momento. Un po' rilancia parlando di futuro, un po' ringrazia Fondazione Cassamarca per quanto fatto negli ultimi 18 anni e per gli sforzi degli ultimi mesi, un po' si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «I gufi, perché qualcuno sperava che la stagione non partisse, dovranno mettersela via - sorride - il teatro Comunale ha un presente e avrà un futuro. E oggi siamo qui per dare il via ad un nuovo percorso. L'unico modo per trovare una soluzione ai problemi è lavorare, chiamare tutti i contatti e confrontarsi. Se lo si fosse fatto prima, magari la presentazione di oggi non sarebbe stata necessaria». E poi la frecciatina all'ex sindaco Giovanni Manildo, mai nominato ma sempre presente, e alla sua idea di Fondazione di partecipazione mai decollata anche per lo scarso entusiasmo di Fondazione Cassamarca: «Se credi a un progetto lo porti avanti - stuzzica il sindaco - non ti limiti a scrivere una lettera lasciando però che tutto rimanga su carta. Se ci tieni, porti il tuo progetto fino in fondo. E noi abbiamo creduto nella nostra idea, l'abbiamo portata avanti».

IL FUTURO
Treviso, inteso come comune, entra stabilmente come socio del Teatro Stabile assieme a Venezia, Padova e la Regione. Ma il Comunale verrà gestito da un soggetto che comprenderà Ca' Sugana, la stessa Regione e ancora Fondazione Cassamarca, anche se non più con un ruolo centrale come accade oggi. I prossimi sette-otto mesi serviranno a trovare la formula giusta e a rivedere la convenzione trentennale che lega Comune e Fondazione. Non è una dettaglio da poco visto che mette assieme il proprietario del teatro (Ca' Sugana) con chi lo può gestire totalmente investendoci anche del suo (Fondazione). Ignorare questo legame non si può e modificarlo non è semplicissimo. Gagliardi, da esperto giurista, dice che la convenzione «si deve evolvere», ma non è ancora chiaro come e verso dove. Di sicuro la voglia del sindaco di mettere le mani sul teatro Eden e su quello delle Voci dovrà per forza essere considerato anche da un nuovo accordo. 

LA REGIONE
L'assessore regionale Corazzari, altro grande sostenitore del fidanzamento tra Treviso e lo Stabile del Veneto, scorge in questa operazione anche un'altra opportunità: riportare lo Stabile al rango di Teatro Nazionale, qualifica persa da poco in mezzo a un turbinio di polemiche. «Possiamo tornare ad avere quella qualifica e non ci fermeremo - annuncia l'assessore - ci riusciremo con la forza dei numeri, importanti anche grazie all'ingresso di Treviso nello Stabile, e delle proposte. A brevissimo avvieremo un tavolo tecnico per pianificare e valorizzare il legame con il teatro trevigiano. La nostra sfida è ampia e complesso e spero che, prima o poi, coinvolga anche Rovigo e Verona».
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