Tbc a scuola: non è finita. Scattano ​gli esami su altri cento studenti

Martedì 9 Aprile 2019 di Mauro Favaro
Tbc a scuola: non è finita. Scattano gli esami su altri cento studenti

MOTTA DI LIVENZA (TREVISO) - Mille persone sottoposte ad accertamenti e controlli in un paese da poco più di 10mila abitanti. E' l'enorme lavoro portato avanti nell'ultimo mese dalla task force specifica allestita dall'Usl della Marca per arginare il focolaio epidemico di tubercolosi, partito da una maestra, che ha fatto registrare dieci contagi nella scuola elementare di Motta: due insegnanti e otto bambini. Dopo tutti i bambini, i docenti, il personale della primaria, più i familiari delle persone colpite dalla malattia, e i ragazzi della prima media, adesso il servizio Igiene e sanità pubblica ha ufficializzato la decisione di effettuare lo screening anche sugli studenti di seconda media. Cioè quelli usciti dall'elementare in questione nel giugno del 2017. Sono in tutto un altro centinaio. Questa mattina verranno sottoposti al test Mantoux: la puntura sul braccio che permette di evidenziare se si è entrati in contatto con il bacillo di Koch, agente infettivo responsabile della malattia. Gli esiti arriveranno venerdì pomeriggio.  L'azienda sanitaria ha deciso di procedere in questo modo perché in buona sostanza si teme che la maestra da cui è partito il focolaio possa essere stata contagiosa già a partire dalla primavera del 2017. «E' una misura di massima, estrema e assoluta precauzione fa il punto Sandro Cinquetti, responsabile dell'Igiene pubblica dell'Usl tra i ragazzi di prima media sono emerse due positività al test Mantoux. Vuol dire circa il 2% del totale. E la radiografia al torace successivamente ha escluso la malattia. Adesso controlleremo anche gli studenti di seconda media. Dovrebbe essere l'ultima tornata. Perché, come confermato da Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, una tale percentuale di persone che hanno avuto un contatto con il bacillo, che non vuol dire ammalate, potrebbe emergere di fatto in qualunque contesto». Assieme ai ragazzi, verranno controllati anche gli insegnanti che sono passati per la scuola elementare di Motta nel corso del 2017. Alla fine saranno quasi mille le persone sottoposte ai controlli preliminari per individuare il più velocemente possibile tutti casi di infezione tubercolare. Si aggiungeranno alle verifiche già eseguite nelle ultime quattro settimane: oltre 700 test Mantoux, una cinquantina di radiografie al torace, trenta analisi dei succhi gastrici, una decina di Tac, cento valutazioni cliniche specialistiche di approfondimento e più di 200 consulenze telefoniche. 
PRIMA DIAGNOSILa prima diagnosi di tubercolosi è stata fatta su un bambino lo scorso 5 marzo. Le ultime due sono del 3 aprile. Gli specialisti non hanno alcun dubbio: tutti i casi sono legati alla maestra considerata caso indice. Non ci sono stati contagi secondari. Quattro degli otto alunni colpiti dalla malattia non sono ancora tornati a scuola. Hanno iniziato a casa la terapia specifica che prevede l'assunzione di tre farmaci. E per il momento è meglio non far avere loro troppi contatti. Gli altri quattro, invece, sono rientrati nei giorni scorsi. Così come l'altra maestra a cui era stata diagnosticata la tubercolosi. Tutti loro dovranno continuare ad assumere medicinali per diversi mesi. La terapia non è breve. Comunque, dopo la fase iniziale, da tenere sotto controllo, la strada dovrebbe essere in discesa. Anche perché secondo gli specialisti il loro livello di infettività è quasi irrilevante. 
IL CONTAGIOIl discorso è nettamente diverso, invece, per quanto riguarda la maestra da cui è partito il focolaio epidemico. Ha convissuto con la malattia in azione per più di un anno. E in questo periodo ha sviluppato una contagiosità che nessuno ricorda di aver mai visto nella Marca. Basta pensare che il contatto con il bacillo è stato evidenziato nel 95% dei bambini che frequentavano la classe delle elementari dove lei insegnava regolarmente. Una percentuale che ha fatto sobbalzare sulla seggiola anche un super-esperto come Rezza, che sabato mattina ha incontrato le famiglie nel palasport di Motta. «E' un livello di infettività straordinario conclude Cinquetti generalmente nelle situazioni con la presenza di una persona colpita dalla tubercolosi, le positività tra i suoi contatti stretti non superano il 50%». Ma adesso si intravede la fine di uno dei focolai di tubercolosi più vasti mai registrati nel trevigiano in tempi recenti. 
Mauro Favaro 

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