Tamponi per 400 persone: nuovo focolaio nel centro disabili, otto positivi

Giovedì 30 Luglio 2020 di Mauro Favaro
Ex caserma Serena

TREVISO - Una delle giornate più lunghe. Ieri, mercoled' 29 luglio,  la task force dell'Usl della Marca ha sottoposto oltre 400 persone a screening specifici per il coronavirus. Tante erano quelle legate ai contagi considerati più preoccupanti. I controlli hanno fatto emergere un nuovo focolaio, con otto contagi, all'interno di un appartamento di Lancenigo per persone con problemi psichici.
 

 

C'è stata poi l'indagine più impegnativa: quella sulle 340 persone che vivono e lavorano nel centro di accoglienza per richiedenti asilo dell'ex caserma Serena. Il terzo fronte, infine, ha riguardato il reparto di Malattie infettive dell'ospedale di Treviso: dopo la positività di un'infermiera, è stato passato in rassegna tutto il personale.
L'analisi dei tamponi eseguiti nell'ex Serena è ancora in corso. Tutto è partito dal contagio di tre richiedenti asilo. Il primo presentava sintomi simil-influenzali. Una volta confermata la positività, sono stati subito controllati altri due migranti entrati in stretto contatto con lui. E anche loro sono risultati positivi. Adesso tutti e tre sono stati trasferiti nell'ospedale di comunità di Vittorio Veneto. Resteranno in isolamento all'interno della struttura fino a quando il virus non sarà sparito. Ora si attende l'esito del maxi controllo di ieri su tutti gli ospiti e su tutto il personale dell'ex Serena. I primi risultati hanno evidenziato solo casi negativi. Ma i numeri erano ancora bassi rispetto al totale. Il centro di Microbiologia del Ca' Foncello ha lavorato per tutta la notte. 

GLI ESAMI
La speranza è che l'indagine si concluda come quella fatta poco più di un mese fa, quando in seguito al contagio di un operatore e di un richiedente asilo, tutti i test avevano dato esito negativo. Ieri la notizia che nessuno voleva sentire è arrivata dalla struttura residenziale di Lancenigo per persone con patologie psichiatriche. I controlli di routine in questo tipo di centri avevano fatto emergere la positività di un operatore. E i tamponi eseguiti su una sessantina di persone entrate in contatto con lui hanno evidenziato altri sette contagi. Oltre al primo, è risultato positivo un secondo operatore. Più sei ospiti. Per uno di questi ultimi è stato necessario il ricovero nell'unità di Malattie infettive a Treviso. Gli altri non presentano sintomi. Di conseguenza hanno iniziato la quarantena all'interno della stessa struttura. A livello logistico non ci sono troppi problemi. Anzi, secondo gli specialisti l'appartamento consente di isolare le persone contagiate nel migliore dei modi. 

L'OSPEDALE
Proprio all'interno del reparto di Malattie infettive del Ca' Foncello, intanto, hanno potuto tirare un primo sospiro di sollievo. Qui un'infermiera era risultata positiva al coronavirus. I primi 12 tamponi di controllo eseguiti ieri su altrettanti operatori hanno dato esito negativo. Lo screening continuerà nelle prossime ore. Per ora si rafforza l'ipotesi che l'infermiera sia stata contagiata fuori dall'ospedale, com'era già successo con i due tenici, uno della Microbiologia e uno dell'Anatomia Patologica. «L'infermiera, asintomatica, è risultata positiva nell'ambito dei controlli effettuati a seguito della positività di un suo contatto stretto, sintomatico hanno specificato dall'azienda sanitaria sarebbe lui, dai primi riscontri epidemiologici, la fonte del contagio della donna, immediatamente collocata in isolamento domiciliare». 

I NUMERI
A livello complessivo negli ultimi due giorni nella Marca sono emersi 20 contagi: dieci martedì e altrettanti ieri.
Il coronavirus continua a circolare. Dall'Usl invitano tutti a rispettare le misure di prevenzione: distanziamento, igienizzazione delle mani e uso della mascherina, quando serve. Ma allo stesso tempo smorzano gli allarmi eccessivi. «I contagi emergono anche e soprattutto perché li andiamo a cercare in modo preciso e tempestivo - sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria - la strategia messa a punto dal governatore Luca Zaia sta dimostrando di funzionare, tanto che viene copiata un po' da tutti. Si procede individuando i positivi con il tampone, attivando gli isolamenti e, di seguito, avviando un'indagine epidemiologica sui loro contatti. Così possono emergere altri casi positivi, certo. Ma è proprio questo che ci permette di arginare i focolai». 

Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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