Tagliati 8 milioni ai Comuni del Veneto "troppo virtuosi", la rivolta dei sindaci

Venerdì 3 Gennaio 2020 di Angela Pederiva
Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia di Piave: ha lanciato la disobbedienza civile dei sindaci in Veneto
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VENEZIA - Si allarga la protesta politico-amministrativa contro i tagli ai Comuni virtuosi. Arriva fino al Consiglio regionale la mobilitazione di Anci Veneto, guidata dal presidente leghista Mario Conte e scatenata dalla modifica dei criteri di riparto del Fondo di solidarietà comunale (Fsc), che nel 2020 determinerà una riduzione nei trasferimenti pari a quasi 8 milioni di euro, penalizzando 418 amministrazioni locali su un totale di 563: «Puniti per aver risparmiato? Becchi e bastonà», attacca (in vicentino) il presidente leghista Roberto Ciambetti; «Nessun rispetto per i nostri enti», concorda lo zaiano Alberto Villanova. E il trevigiano Riccardo Szumski, sindaco venetista di Santa Lucia di Piave, lancia una proposta di «disobbedienza a fronte di penalizzazioni ingiuste», proprio nelle ore in cui dalla Sicilia rimbalza la notizia di «cento Comuni a rischio default».

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I FLUSSI
Ne ha scritto ieri Italia Oggi, riportando l'allarme lanciato da Anci Sicilia, davanti al fatto che un centinaio di municipi dell'isola si trovano in condizioni di dissesto o pre-dissesto, a cominciare da Catania che ha debiti per 1,6 miliardi di euro: «Abbiamo bisogno di certezze sui tempi e sulle modalità di erogazione dei fondi», ha dichiarato il segretario generale Mario Emanuele Alvano. «La trattativa è stata condotta col ministero dell'Economia. Ma le risorse arriveranno», ha assicurato il governatore siciliano Nello Musumeci.

Il riferimento era al Fondo investimenti varato dalla Regione a statuto speciale, che ha una disciplina a sé rispetto a quelle ordinarie, sottoposte invece al meccanismo perequativo del Fsc. Il sospetto degli amministratori veneti, però, è che proprio per alimentare flussi privilegiati come quello, lo schema del togli ai virtuosi per dare agli spreconi finisca comunque per essere attuato.


Per questo la fronda guidata da Szumski ritiene «necessaria una nuova stagione di coraggio e determinazione e rottura», che prescinda dalle relazioni istituzionali intrattenute da Anci, di cui peraltro il primo cittadino trevigiano non fa parte «da decenni, a causa proprio della totale incapacità sindacale di tutelare i Comuni se non al ribasso». La sua idea: «Credo fermamente che cinquecento sindaci veneti che assumano posizioni di disobbedienza, a fronte di penalizzazioni ingiuste dei propri amministrati, possano pesare molto di più e mostrare una faccia diversa a chi al centro di questo Paese, purtroppo comunque fallito, continua imperterrito a bastonarci. Per non trovarci poi ogni qualche mese a lamentarci di norme che ci penalizzano ulteriormente e magari invece danno risorse ai Comuni totalmente dissestati».


L'AUTONOMIA
Al di là di questa provocazione, da Palazzo Ferro Fini arriva il sostegno alla battaglia dei sindaci. Il presidente Ciambetti spiega di intervenire «a difesa della stragrande maggioranza delle amministrazioni comunali venete: il 74% dei nostri Comuni dovranno rivedere al ribasso, cioè tagliare, i fondi già individuati, stanziati e approvati nei bilanci preventivi per garantire servizi e questo grazie alle alchimie del Governo giallo-rosso». Va detto che i nuovi meccanismi di riparto del Fsc sono stati approvati dalla Conferenza Stato-Città (di cui fanno parte anche il numero uno dell'Anci e altri quattordici delegati dell'associazione) lo scorso 11 dicembre, sulla base del decreto fiscale licenziato dal Consiglio dei ministri il 26 ottobre.

Rilancia però l'esponente della Lega: «Si badi che questi Comuni, o le loro associazioni, avevano già segnalato al Governo dai primi giorni di dicembre cosa stava accadendo: c'era tutto il tempo per risistemare la norma. Non lo si è voluto fare: si è punito chi si è comportato bene».

Concorda il consigliere regionale Villanova: «Il sistema dove i Comuni più efficienti vengono più penalizzati è assurdo. Il sindaco Conte ha fatto benissimo ad aver rotto il silenzio su questa situazione indecente: i Comuni trevigiani sono tra i più virtuosi d'Italia e meritano rispetto». Il rappresentante del gruppo Zaia Presidente punta il dito contro la filosofia del Fsc: «Il diabolico sistema è del 2013, anno in cui al Governo tecnici e Pd si ingegnarono a determinare un riparto del fondo che non è solo complesso ma pure illogico: premia chi amministra peggio. E così, finisce per penalizzare i Comuni più virtuosi, come quelli veneti. Il caso, tuttavia, evidenzia ancora una volta come in questo Paese ci sia un indispensabile bisogno di autonomia. Con una gestione decentrata delle risorse, non assisteremo a queste vicende vergognose».

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Ultimo aggiornamento: 18:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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