Szumski radiato, raffica d'insulti no vax al direttore dell'Usl: «Sono dei vigliacchi»

Giovedì 18 Novembre 2021 di Mauro Favaro
Riccardo Szumski e Francesco Benazzi
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TREVISO - Una raffica di messaggi pro Riccardo Szumski. Con una sequela di insulti. L’Usl della Marca è assediata dai sostenitori del dottore di famiglia e sindaco di Santa Lucia di Piave, riferimento della galassia No-Vax, radiato dall’Ordine dei medici di Treviso per le sue posizioni a dir poco critiche sui vaccini anti-Covid (provvedimento sospeso in attesa del ricorso). Sono decine le mail che stanno arrivando all’indirizzo del direttore generale dell’Usl, Francesco Benazzi. “Lei è un piccolo funzionario, scialbo e insignificante – si legge in una di queste – mi auguro che quanto ha fatto le pesi sulla coscienza”. A loro poco importa che la radiazione sia stata decisa dall’Ordine dei medici e non dall’Usl. <WC>«<WC1>Sono persone vigliacche – scandisce Benazzi – se hanno coraggio, che vengano a dirmelo in faccia<WC>»<WC1>.

Al momento non sono arrivate minacce che possano far temere per l’incolumità del direttore generale. Lui, dal canto proprio, ha deciso di rispondere a tutti. Uno per uno. <WC>«<WC1>Sono convinti che la radiazione dipenda da noi – allarga le braccia Benazzi – per quanto mi riguarda, rispondo spiegando che tra me e Szumski non c’è niente di personale. Rispetto la posizione di tutti, fino a quando non va a collidere con la libertà degli altri. Era necessario trovare un rimedio davanti all’emergenza. E per noi, così come per le massime autorità sanitarie, questo rimedio è la vaccinazione anti-Covid. Sperando che chi manda certi messaggi non voglia anche negare l’esistenza dell’epidemia<WC>»<WC1>. <WC>

LA QUARTA ONDATA
<WC1>Proprio in questi giorni i numeri di quella che ormai molti identificano come la quarta ondata si stanno facendo sempre più pesanti. Si è saliti a 1.379 contagi a settimana nel trevigiano. Solo ieri sono stati 287. Da giovedì scorso il tasso di incidenza è aumentato di oltre il 43%. E negli ultimi due giorni sono stati ricoverati altri 10 pazienti colpiti dal coronavirus. Il totale in provincia è così di colpo salito a 84 ricoverati per infezione da Covid, compresi sei in Terapia intensiva. Gli ultimi dieci pazienti entrati negli ospedali della Marca hanno tra 49 e 80 anni. Sono tutti in area non critica. Tra loro, 3 anziani erano si erano vaccinati con la doppia dose di AstraZeneca. <WC>«<WC1>Purtroppo erano ormai passati sei mesi dall’ultima iniezione – specifica il direttore generale – cioè il lasso di tempo nel quale la protezione inizia a ridursi<WC>»<WC1>. <WC>

DUE DECESSI IN DUE GIORNI
<WC1>Ieri c’è stato anche un altro decesso legato al Covid. Un paziente di 85 anni, vaccinato, ha perso la vita nell’ospedale di Vittorio Veneto. <WC>«<WC1>Era immunodepresso e aveva diverse altre patologie<WC>»<WC1>, sottolineano dall’azienda sanitaria. Si tratta del secondo decesso negli ultimi due giorni (l’altro ieri era mancato un paziente di 85 anni, non vaccinato, ricoverato in Pneumologia a Treviso). Con questi ultimi, salgono a 1.856 i lutti contati nella Marca in oltre venti mesi di epidemia. Oggi i contagi sono di nuovo in piena espansione. L’incide Rt è tornato sopra l’1 (esattamente 1,14). Significa che le nuove positività sono di più rispetto a quelli che si negativizzano. Il tasso medio provinciale è lievitato a 156 casi per 100mila abitanti. Ma oltre metà dei comuni trevigiani ha già superato la soglia dei 200 casi. <WC>«<WC1>Sono 68 i comuni oltre i 100 – dice Benazzi – e in particolare 52 ne hanno già più di 200<WC>»<WC1>. Un contagiato su tre ha meno di 19 anni. Nasce da qui l’esplosione di quarantene e monitoraggi nel mondo della scuola. <WC>

NELLE SCUOLE
<WC1>Attualmente sono 159 le classi coinvolte. Per 47 è scattato l’isolamento collettivo. Tradotto: 1.000 studenti hanno dovuto tornare alla didattica a distanza. Detto che i bambini e i ragazzi sotto i 12 anni non rientrano ancora nella popolazione vaccinabile, l’Usl non intende sentir parlare di vaccino che non fa il proprio dovere. Al contrario. Esattamente un anno fa i ricoverati erano 380. <WC>«<WC1>La vaccinazione contro il coronavirus garantisce una copertura dell’81,2% rispetto al rischio di infezioni – mette in chiaro il direttore generale – e abbiamo visto che nella quota restante, il 18,8 per cento, il 10% si era fermato alla prima dose e l’8,8% aveva fatto le due dosi, ma con il passare dei mesi la protezione va a scemare, soprattutto nelle persone più anziane<WC>»<WC1>. Per questo è fondamentale la terza dose. I numeri stanno finalmente aumentando. <WC>
 

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