Superbonus, 13mila richieste e uffici intasati: «E' un caos»

Venerdì 11 Giugno 2021 di Laura Bon
IL CASO Superbonus, 13mila richieste nella Marca e uffici intasati
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 TREVISO - Sono 13mila le richieste di accesso atti presentati ai Comuni della Marca per avviare le pratiche di ristrutturazione e accedere al Superbonus 110%. Un numero elevatissimo, cui gli uffici non riescono a dare seguito se non con inevitabili ritardi, che assieme alle complicatissime procedure burocratiche, stanno ponendo un forte freno, o per meglio dire un muro, agli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.
A Villorba le richieste sono cresciute in poche settimane del 300%, a Oderzo delle 180 pratiche presentate solo 40 sono in via di evasione. Ovunque i canonici 30 giorni sono passati a 60, talvolta 80 e persino 90. Mentre i tempi stringono e tante imprese cominciano a tirarsi indietro. Il numero enorme di richieste testimonia quante aspettative abbia creato nella Marca la prospettiva di poter rimettere a nuovo, a costo zero, stabili costruiti dal secondo dopoguerra in poi senza cappotto isolante, con sistemi di riscaldamento costosi e inquinanti e caratterizzati da infissi inadeguati. Ma il Superbonus, ora, sembra essere solo un miraggio tale è l’intasamento degli uffici.

«A Montebelluna abbiamo avuto in pochi mesi 690 domande - spiega il sindaco Elzo Severin -, ovvero 6 volte la media degli anni scorsi. I giorni di attesa sono 50, ma ora abbiamo assunto un tecnico per occuparsi solo del Superbonus». Ovviamente poi si va di caso in caso. Un professionista lamenta di aver presentato la richiesta il 3 marzo e di aver avuto risposta solo due giorni fa, il 9 giugno.

LE IMPRESE

Quello del Comune montelliano è solo lo specchio di una situazione generalizzata in tutta la Provincia e nell’intero Veneto. Il risultato è una paralisi, di fronte alla quale le ditte del settore si vedono costrette a rinunciare ai lavori. Perché il problema della burocrazia da un lato, del costo delle materie prime schizzato alle stelle dall’altro sta rendendo la situazione davvero esplosiva. «Quella sul Superbonus è stata una legge virtuosa - spiega Paolo Ghiotti, presidente dell’Ance Veneto ma anche imprenditore edile -, creata per mettere in comunione cittadini e imprese che uscivano dalla crisi. Ma tutto ciò si è scontrato con la ragnatela della burocrazia: gli edifici realizzati fino all’85 presentano una serie di difformità che vanno sistemate. E, soprattutto per i condomini, principali destinatari dell’intervento, i tempi diventano davvero troppo lunghi. Io stesso rinuncio quotidianamente a lavori per il timore di non riuscire a mandarli in porto entro i tempi richiesti. Che, attualmente, sono ancora fissati a giugno del 2022 e possono slittare a dicembre solamente per alloggi Ater o per stabili nei quali sia stato portato a termine il 60% delle lavorazioni. Il risultato è che una fetta enorme di proprietari rischia di rimaner fuori. Il Veneto è in testa fra le Regioni che hanno eseguito interventi: siamo però solo a 850, un’inezia. Il primo atto importante sarebbe rappresentato da una proroga, che però deve avvenire subito, non il 30 maggio del 2022, altrimenti è inutile». Che i costruttori si stiano tirando indietro è del resto confermato anche dal comportamento di qualche ditta della Marca. «Onoriamo ciò che è stato già appaltato - spiega un imprenditore - mentre abbiamo rinunciato a tutte quelle richieste che non hanno ancora avviato l’iter. Non siamo in grado di garantire la conclusione dei lavori».

L’AUMENTO DEI PREZZI

Anche perché, al problema di una burocrazia lenta e tortuosa si associa quello delle materie prime. Che non ci sono, arrivano a singhiozzo e sono carissime. «Il ferro è aumentato del 136% - prosegue il presidente dell’Ance -, le plastiche del 40%, il legno ha un costo pauroso. I motivi sono molteplici, secondo qualcuno è dovuto alla Cina che si è rimessa in moto, secondo altri alla Brexit. Secondo me però incide proprio il 110%, con le speculazioni che si è portato dietro. Perché se è vero che il problema è mondiale, è altrettanto vero che è soprattutto italiano». E oltre a essere pagate a peso d’oro, le materie prime arrivano con tempi lunghissimi. Del problema è ben a conoscenza anche Paolo Guizzo, sindaco di Volpago che, da ingegnere, sta seguendo il tema. «Il «Superbonus ha creato grossissime aspettative - dice - e il miraggio che qualunque cosa sarebbe arrivata gratis. In realtà non è affatto così: i prezzari regionali sulla base dei quali calcolare il superbonus sono vecchi rispetto ai prezzi attuali e quindi si sfora del 20-30%. Di conseguenza, chi è partito senza soldi e magari con un mutuo sulle spalle si è già fermato. Ad andare avanti è, invece, chi aveva già previsto di fare dei lavori e prende quelle agevolazioni che, magari, dal superbonus possono arrivare come un’opportunità in più». Insomma, il sogno della casa nuova a costo zero si sta, davvero, rivelando tale. 

Ultimo aggiornamento: 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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