Terremoti, Luca, 33enne geofisico a Zurigo, vince il premio internazionale per la ricerca

Martedì 17 Maggio 2022 di Brando Fioravanzi
Luca Dal Zilio
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TREVISO - Il 33enne trevigiano Luca Dal Zilio, di professione geofisico teorico, nella mattinata di oggi - 17 maggio - ha ricevuto il premio Schläfli dell’Accademia delle Scienze Svizzere per i suoi studi condotti in geofisica computazionale. E' il primo italiano a vincere questo premio dal 1866. Dal Zilio oggi insegna tecniche di modellizzazione numerica e meccanica della frattura al Politecnico federale di Zurigo (ETH), dove nel 2019 aveva già ottenuto il dottorato.

Uno dei primi pensieri di Dal Zilio (che per i suoi lavori ha già vinto alcuni tra i più importanti premi internazionali per la geofisica e le scienze come la Medaglia Silver dell’ETH e il Premio Dal Piaz della Società Geologica Italiana) è per il suo mentore Taras Gerya: «Se sono qui è grazie a lui.

Ha infuso conoscenza ed entusiasmo a una generazione di geofisici, me compreso». Nonostante la giovane età, Dal Zilio ha acquisito un impressionante bagaglio di esperienza nel campo della ricerca accademica. Dopo la laurea in Geofisica all'Università degli Studi di Padova, ha ottenuto il dottorato di ricerca in fluidodinamica all’ETH di Zurigo. Nel 2019 si è poi trasferito negli Stati Uniti per continuare le sue ricerche in Geofisica e Ingegneria Meccanica a Los Angeles, al Laboratorio Sismologico del California Institute of Technology (Caltech).

«Un’esperienza cruciale – precisa il 33enne – volta a spingere i confini degli attuali modelli teorici dei terremoti e far sì che si avvicinino sempre di più a quello che osserviamo nel mondo reale». «Un modello fisico, come quelli che sviluppiamo per i terremoti, è una descrizione semplificata di un insieme di fenomeni che si basa su osservazioni e su leggi sperimentali. E deve restare tale – afferma dal Zilio - Stiamo entrando in una nuova entusiasmante “era” per i dati di osservazione del pianeta. Oggi le osservazioni satellitari delle faglie tettoniche, l'aumento dei dati sismologici e gli esperimenti di laboratorio su rocce ci stanno offrendo una finestra senza precedenti per capire come la crosta terrestre si deforma prima, durante, e dopo un terremoto. Il prossimo decennio richiederà lo sviluppo di nuove teorie sulla fisica dei terremoti che dovrebbero migliorare la nostra capacità di vivere in sicurezza su questo pianeta così attivo».

Nonostante le approfondite ricerche, ad oggi gli scienziati non sono comunque ancora in grado di prevedere quando e dove si verificherà il prossimo terremoto: «Sono rientrato a Zurigo per entrare a far parte di un progetto unico al mondo. Grazie ad un consorzio europeo di scienziati dell’ETH di Zurigo, dell’università RWTH di Aachen in Germania e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano, stiamo lavorando ad un progetto di ricerca unico nel laboratorio sotterraneo di Bedretto, situato nelle Alpi svizzere ad una profondità di un chilometro e mezzo al di sotto della superficie e nel mezzo di una galleria di 5 chilometri che collega il Canton Ticino con il tunnel ferroviario del Furka – chiosa Dal Zilio - Nei prossimi 4-5 anni cercheremo di generare una piccola rottura sismica (magnitudo pari a circa 0.5-1.0) in condizioni controllate. Un terremoto impercettibile per la popolazione, ma estremamente importante per noi. In questo modo cercheremo di migliorare la comprensione delle dinamiche dei terremoti. Sarà come avere un laboratorio su scala naturale. Inoltre, le nuove scoperte potranno anche essere sfruttate per fare progressi con gli esperimenti sull’impiego sicuro della geo-energia e per migliorare la previsione dei terremoti».

Ultimo aggiornamento: 18:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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