MONTEBELLUNA - Molestie ai danni di due 18enni di Montebelluna, compagni di classe al liceo Levi. I due, a pochi giorni di distanza, hanno vissuto situazioni analoghe e ieri, di fronte al ripetersi delle molestie, sì sono rivolti ai carabinieri di Montebelluna per segnalare i fatti.
Il maniaco sarebbe uno straniero sulla quarantina a bordo di un furgone bianco.
DOPPIO AGGUATO
Il primo episodio è accaduto giovedì 27 ottobre alle 20.30 lungo la strada che da Montebelluna porta a Busta. «Stavo rientrando in bici dalla lezione di scuola guida in via Schiavonesca -spiega G.M.- quando un furgoncino bianco ha rallentato la corsa; il tipo al volante mi si è avvicinato chiedendomi informazioni stradali con la motivazione che si era perso; poi però, dopo che gliele ho fornite, mi ha chiesto se fossi stato disposto a salire sul mezzo con lui, offrendomi 100 euro. Spaventato, ho accelerato e me ne sono andato. Lui però continuava a urlarmi di salire in modo insistente».
SECONDO EPISODIO
Episodio analogo, ieri mattina alle 11.30, per A M. Identica la strada, simili le modalità di approccio. Tutto lascia supporre inoltre che si tratti della stessa persona, dato che l’identikit tratteggiato dai due ragazzi coincide: capelli e barba castani e tratti somatici che potrebbero fare pensare a un individuo dell’Est Europa. «Stavo rientrando a casa da scuola quando il furgone bianco mi si è avvicinato una prima volta facendo gesti ammiccanti con le labbra e una seconda chiedendo, sempre con gesti eloquenti, un rapporto orale. Me ne sono andato, ma lui ha continuato a seguirmi. Poi però è spuntata un’altra auto con una donna a bordo e a quel punto se n’è andato». Anche il ragazzo ha accelerato rientrando a casa con il fiatone.
PATTUGLIE SUL POSTO
Fa comunque pensare il fatto che la corporatura dei due studenti, entrambi atletici e sportivi, indubbiamente in grado di difendersi, non abbia dissuaso il soggetto dal suo intento. I ragazzi, che sono amici e si sono immediatamente raccontati l’accaduto, un paio d’ore dopo il secondo episodio si sono recati di comune accordo dai carabinieri. «Dopo averci fatto raccontare uno alla volta gli episodi -dicono i ragazzi- i carabinieri ci hanno detto che raccoglievano la segnalazione e che avrebbero mandato delle pattuglie per tenere d’occhio la zona».