TREVISO - «Sto tornando. Mi sono tagliato i capelli così la polizia non mi riconosce». Sono gli ultimi inquietanti messaggi ricevuti da Anna (nome di fantasia), la barista romena perseguitata dal suo ex che da due settimane chiede l'arresto di quell'uomo pericoloso. Ionut Daniel Neculae, 36 anni, ex poliziotto rumeno. L'uomo, condannato in patria e arrestato l'anno scorso a Treviso per essere piombato in casa della ex minacciandola con un coltello. Nel frattempo la donna lo ha denunciato due volte per stalking. «Se non lo mettono in galera ammazza me e la mia bambina, come ha minacciato di fare. Mi ha già bruciato la macchina e lasciato un avvertimento sotto casa: un sacco con la custodia di un coltello in mezzo ai vestiti della piccola. Cos'altro deve succedere?» si chiede Anna, terrorizzata.
L'escalation di violenza, dall'auto in fiamme alle minacce
La notte del 15 febbraio, la sua Citroen C3 era stata incendiata vicino allo stadio Tenni, sul retro della palazzina dove
la donna abita insieme alla figlioletta di 6 anni. L'intero
condominio era stato evacuato in piena notte. Anna non aveva avuto dubbi: «È stato lui, il giorno prima mi aveva scritto "
O torniamo insieme oppure moriamo insieme.
Scegli come vuoi morire...o ti butto l'acido addosso così non ti guarda più nessuno oppure ti dò fuoco alla macchina"». Dopo il
rogo altre
intimidazioni: un sacco con i vestiti della bambina e in mezzo, la fodera di un pugnale. La polizia era intervenuta ma lui si era già dileguato.
Un'escalation di minacce che ha tolto il sonno alla barista. Il suo legale
Aldo Pardo ha chiesto alla Procura di Treviso l'
arresto del 36enne e l'applicazione di una misura cautelare,
accusando l'autorità giudiziaria di non star facendo abbastanza per tutelare la vittima. La replica del procuratore
Marco Martani non si era fatta attendere, lasciando intendere che
i provvedimenti sono in arrivo. «
Stiamo seguendo il caso con la massima attenzione» aveva assicurato il capo della Procura. Ma
l'ex poliziotto non sembra per nulla preoccupato delle possibili conseguenze, anzi. Continua a
tormentare la sua ex con messaggi e minacce, nella speranza di convincerla a tornare insieme a lui. Non solo: il 36enne
si fa beffe delle forze dell'ordine, convinto di riuscire a farla franca. Intanto gli investigatori della questura stanno cercando di rintracciarlo, visto che oltre a essere indagato per stalking, è anche il
sospettato numero uno del rogo doloso del 15 febbraio. Nei giorni successivi, in un casolare abbandonato poco distante dal luogo dell'incendio sono stati trovati una
tanica di benzina e un coltello.
Fossero suoi, sarebbero una prova schiacciante.
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