Indagata mamma Nicole che dall'ospedale si dispera per la morte del suo Eduard. Il compagno: «Non la lascio sola»

Il colpo di sonno, lo schianto e il decesso del figlioletto di 4 anni: il papà accanto alla compagna che è stata iscritta nel registro degli indagati. Le verifiche della Procura sul seggiolino e sulla velocità

Lunedì 13 Febbraio 2023 di Maria Elena Pattaro
Moreno Bressaglia e Nicole i genitori del piccolo Eduard

SPRESIANO - Piange e non si dà pace, maledicendo quell’attimo di “black out” costato la vita al suo bimbo di appena 4 anni. Mamma Nicole è ancora ricoverata al Ca’ Foncello dopo lo schianto di sabato pomeriggio a Spresiano contro un platano della Pontebbana. È ferita e in forte stato di choc. I medici continuano a tenerla sotto osservazione, preoccupati soprattutto per il contraccolpo psicologico causato dalla morte del piccolo Eduard. Il compagno Moreno Bressaglia, titolare del Caffè delle Rose in centro a Treviso, e papà del piccolo non si è staccato un attimo dal letto d’ospedale: «Sono qui con lei.

Non la lascio sola - diceva con un nodo alla gola da un reparto del Ce’ Foncello -. Non sappiamo ancora quando la dimetteranno. Per fortuna non ha ferite gravi». Ma ce n’è una, invisibile, che non si rimarginerà mai del tutto. E che lacera i due genitori. «È una tragedia immensa. La nostra vita è sconvolta. Desideriamo soltanto stare tranquilli e credere che il nostro bambino ci seguirà per sempre» aveva detto il papà la sera stessa della tragedia. Sabato pomeriggio mamma Nicole, 34 anni e originaria della Repubblica ceca, stava tornando a casa con Eduard, dopo una notte in bianco. Lo aveva portato in ospedale perché aveva la bronchite e non c’era modo di calmare la tosse. Ancora pochi minuti e sarebbero arrivati. Invece la stanchezza ha preso il sopravvento sulla giovane mamma al volante: «Ho preso sonno» ha detto tra le lacrime ai primi soccorritori. Cinture e seggiolino non sono bastati a salvare il piccolo. Quando lo hanno estratto dalla Bmw semidistrutta, respirava ancora. Ma le speranze non sono durate a lungo: è spirato poco dopo il ricovero. E adesso la giovane mamma non riesce a togliersi dalla testa la scena straziante dei soccorritori chini a rianimare il corpicino del suo bimbo mentre lei gridava il suo nome. In un tentativo disperato di non lasciarlo andare. 

L’INCHIESTA 
Nelle prossime ore la Procura di Treviso aprirà un’inchiesta per omicidio stradale e come atto dovuto indagherà la mamma che era al volante. L’obiettivo è fare piena luce sull’incidente ed eventuali profili di responsabilità. A partire dal seggiolino. In base ai primi riscontri il dispositivo era posizionato sui sedili posteriori e il bimbo era regolarmente allacciato. Ma saranno ulteriori accertamenti a verificare se fosse tutto a norma. Un altro aspetto da considerare è la velocità a cui viaggiava la Bmw X1 condotta dalla giovane mamma. Ma le eventuali conseguenze giudiziarie sono l’ultima preoccupazione per la coppia di baristi, devastati dalla perdita del loro bimbo. «Vivevano per lui» dicono gli amici, sconvolti. Eduard era il baricentro della famiglia: tutte le attenzioni erano catalizzate su di lui. Mamma Nicole, che lavora nel locale di piazzale Burchiellati gestito dal compagno, aveva ridotto l’impegno al bar dopo la nascita del piccolo proprio per dedicarsi a lui. Anche il papà stravedeva per il piccolo: lo considerava una benedizione e passava con lui ogni momento libero. 
 

L’INCIDENTE
Lo schianto è avvenuto sabato poco prima delle 14 a Visnadello di Spresiano, all’altezza del supermercato Di Più. La 34enne stava percorrendo la Pontebbana, che in quel tratto prende il nome di via Dante Alighieri. Viaggiava da Villorba verso Spresiano: un altro chilometro e sarebbe finalmente arrivata a casa. All’improvviso la Bmw ha sbandato sulla destra, in un tratto rettilineo. L’auto ha abbattuto un cartello stradale per poi schiantarsi contro un platano. L’impatto è stato violentissimo. Tanto che la parte anteriore del crossover è andata completamente distrutta. E la ruota anteriore destra si è staccata ed è rotolata a qualche metro di distanza. Due controllori della Mom, a bordo dell’auto aziendale, hanno assistito alla scena, insieme a un giovane bengalese, che stava camminando proprio lungo quel tratto. Sono stati loro i primi a soccorrere mamma e figlioletto, in attesa dei soccorsi. I tre si sono alternati nel massaggio cardiaco, per poi affidare il bimbo alle cure del personale sanitario. Eduard è stato rianimato a lungo. Sul posto sono intervenute ambulanza ed elicottero di Treviso emergenza, oltre a una squadra dei vigili del fuoco e diverse pattuglie dei carabinieri. Il piccolo è stato caricato in ambulanza, in una corsa contro il tempo ma si è spento poco dopo l’arrivo all’ospedale Ca’ Foncello. Papà Moreno è arrivato sul posto poco dopo: anche lui stava tornando a casa. Si sarebbero riabbracciati tutti e tre, dopo ore travagliate. Ma il destino ha deciso diversamente. 

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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