Maratoneta pluripremiato, Virginio a quasi 68 anni non molla: «Giovani, serve resilienza»

Lunedì 1 Agosto 2022 di Mauro Ferraro
Virginio Trentin maratoneta a 68 anni

TREVISO - «Gli studenti? Erano interessati alle mie maratone. Ma forse non erano sinceri, lo facevano più che altro per perdere tempo. Anche se poi qualcuno me lo ritrovavo in gara». Virginio Trentin, insegnante di fisica all'Itis Planck e maratoneta pluridecorato, a 67 anni, quasi 68, si prepara ad andare in pensione. «Dal 1° settembre sarò ufficialmente a riposo - spiega il fondista dell'Atletica San Biagio - Mi resterà più tempo per la corsa. Non dovrò più allenarmi in orari strani. E cercherò di togliermi qualche sfizio. Ad esempio, correre una delle maratone che ho sempre sognato: New York o Boston».
 

Come si fa a vincere tre titoli italiani, mezza maratona, maratona e 50 km, nell'arco di due mesi?
«E' successo alla fine dell'anno scorso. Le gare lunghe sono quelle in cui riesco meglio: fino a 50 km non ho problemi. In questo caso, tra l'una e l'altra gara, ho avuto anche il tempo per recuperare. E' stato più difficile quest'anno agli Europei master di Grosseto, dove le competizioni erano brevi e ravvicinate. Eppure sono salito sul podio anche lì».
 

E come si fa, a 67 anni, a classificarsi ottavo assoluto alla Treviso Marathon?
«Ecco, questo è un risultato già più sorprendente. Diciamo che quel giorno ho sofferto il caldo meno di altri e magari la concorrenza non era così agguerrita. Non sono andato neppure particolarmente veloce: 2 ore 55'. A Treviso, qualche anno fa, ho corso anche in 2 ore 40'».
 

Lei è arrivato tardi all'atletica.
«Attorno al 2000, avevo 48 anni. Cercavo un modo per abbassare la glicemia senza assumere farmaci. La corsa è stata un toccasana: ora sto benissimo. Da consigliare a chiunque».
 

C'è il rimpianto di non aver iniziato a correre prima?
«In realtà, correvo già da giovane: erano gli anni di Cova e Mei, che andavano fortissimo. Io ero una schiappa. Ma facevo 800 e 1500, forse non erano le distanze adatte alle mie caratteristiche. Quando ho scoperto la maratona, è cambiato tutto».
 

L'impresa più curiosa?
«Nel 2019. Dieci maratone in dieci giorni al Lago d'Orta con il grande Giorgio Calcaterra. Ma, dietro ai miei risultati, non ci sono chissà quali stranezze: basta allenarsi e rispettare i tempi di recupero. Bisogna essere consapevoli che non si può andare sempre al massimo».
 

E quella volta a Verona nel 2017?
«Campionato italiano master di maratona. Arrivo secondo, ma mi premiano con la maglia tricolore. Mi precede Luigi Chierchia, un docente di matematica. Un matematico che arriva davanti ad un fisico, fa già ridere così. Solo che lui non è tesserato. Per la Fidal non può fregiarsi del titolo di campione italiano, mentre per me il vincitore è lui: gli consegno maglia e medaglia. Dopo un po', me le rispedisce indietro. Io non mi arrendo e gliele rimando nuovamente. Giusto così».
 

Qual è l'insegnamento che dall'atletica può arrivare ai giovani?
«La capacità di essere resilienti: ogni risultato va costruito con pazienza e perseveranza, senza improvvisare. E' come a scuola: lo studio frenetico di un giorno non serve. Meglio diluire l'impegno nel tempo. Nel lavoro è lo stesso: si apprende per piccoli passi, anche sbagliando. Una lezione di vita».
 

La conoscenza dei numeri aiuta a correre la maratona?
«L'applicazione del metodo sperimentale è sempre utile. Io ad esempio sono alla costante ricerca di uno stile di corsa che, a parità di sforzo, mi permetta di fare più strada. Ma per il resto faccio cose semplici: corro una volta al giorno, a volte anche due. Sette giorni su sette. Faccio tutto da me. Senza allenatore. L'unica concessione è la musica: se corro senza troppo impegno, tutti i generi, dal rock alla classica, vanno bene. Altrimenti preferisco concentrarmi sulle mie sensazioni».
 

Il prossimo obiettivo?
«I campionati italiani di maratona in autunno a Ravenna, possibilmente rimanendo sotto le tre ore. Alla mia età, più che a migliorare, bisogna pensare a non peggiorare».

 

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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