Spacciavano marijuana agli studenti: incastrati 8 giovani, uno arrestato

Mercoledì 8 Luglio 2020
Otto giovani nei guai per spaccio di marijuana
SACILE - Giro di vite sullo spaccio di marijuana: otto giovani, alcuni di famiglie molto benestanti, sono finiti nei guai. Uno di loro è stato arrestato: era il capo dell'organizzazione criminale che avevano creati, 

LE INDAGINI
L’operazione dei carabinieri di Sacile prese il via da un controllo effettuato nel mese di maggio 2019 nei confronti di alcuni studenti minorenni dell’istituto professionale Ipsia di Sacile: con ausilio di unità cinofile antidroga i militari sequestrarono a carico di due 15enni circa 15 grammi di marijuana, materiali per il confezionamento e bilancini di precisione, 300 euro in contanti ritenuti provento di illecita attività. 
I giovani vennero deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Trieste; altri 5 studenti (3 italiani e 2 stranieri di età compresa tra 16 e 18 anni) furono segnalati alle Prefetture di Pordenone e Treviso perché trovati in possesso quantità di marijuana per uso personale. Da qui partì l'indagine per individuare i canali di approvigionamento delle sostanze. Otto i giovani che a vario  titolo sono ritenuti responsabili di concorso in cessione illecita di sostanze stupefacenti anche in ambito scolastico e in favore di minorenni sia in provincia di Treviso, che di Pordenone.
 
IL BLITZ
Le attività tecniche e i contestuali servizi di osservazione, controllo e pedinamento non hanno subito battute di arresto nemmeno nel marzo 2020 contestualmente al diffondersi della pandemia da Covid19 che ha indotto gli spacciatori ad essere più accorti nei loro spostamenti e ad aumentare i prezzi delle sostanze sul mercato comunque mai fermatosi. Dato significativo emerso è che la richiesta di marijuana era comunque elevata al punto che il prezzo al grammo venne stabilito in 15 euro contro i 10 euro richiesti per l’eroina (solitamente meno economica). 
Elementi alla mano è scattato il blitz. I carabinieri di Sacile, delle compagnie di Vittorio Veneto, Conegliano e Montebelluna, con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Cinofili di Torreglia impiegando due cani antidroga Cir e Kevin sono arrivatia casa di Marco Parlascino, 25enne di Colle Umberto, operaio, con segnalazioni di polizia. Il ragazzo è stato arrestato in flagranza di reato: nella sua abitazione sono stati trovati oltre 5,2 kg di marijuana e 2 gr. di cocaina. L’ingente quantitativo di stupefacenti era suddiviso in sacchi nascosti in diversi locali dell’abitazione (camera da letto, cucina e deposito attrezzi) accuratamente confezionati in involucri di plastica sottovuoto con duplice strato di nylon a formare intercapedine profumata per fuorviare eventuali controlli con cani antidroga.

GLI INCASSI
Parlascino in casa aveva numerose bilance di precisione e materiali per il confezionamento (buste trasparenti sottovuoto, buste in cellophane con chiusura autoadesiva, vasetti in vetro): tutto materiale sequestrato insieme a telefoni cellulari, sim card e tablet. Il quantitativo di marijuana sequestrato del valore di circa 30mila euro, rivenduta al dettaglio al prezzo medio tra 6,50 e 7,50 euro al grammo, avrebbe consentito un guadagno di circa 10mila euro. Si stima che nel corso delle indagini il sodalizio abbia venduto circa 35/40 chilogrammi di marijuana con profitti medi di circa 20mila euro al mese e che i traffici si siano in parte interrotti come emerso dalle intercettazioni “… sto Corona ha bloccato tutti gli affari di brutto, il narcotraffico è in crisi… eh si perché non tira più nessuno…” a causa della pandemia. 

L'ORGANIZZAZIONE
Il 25enne di Colle Umberto di fatto gestiva una vera e propria organizzazione consolidata e gerarchicamente ben strutturata, avvalendosi di 4 fuochi o 4 punti di fiducia (come da lui stesso denominati) i cosiddetti “cavalli” individuati dagli investigatori in giovani di Caneva, Montebelluna, Revine Lago e San Vendemmiano i quali, coordinati dal giovane finito in manette, smerciavano marijuana e all’occorrenza anche di altre sostanze. I contatti tra i pusher avvenivano mediante applicativi i cui messaggi venivano autoeliminati dopo pochi secondi.  
All’esito delle perquisizioni eseguite a carico degli altri indagati, V.R. 18enne di Montebelluna con precedenti di polizia è stato trovato in possesso di oltre 30 grammi di marijuana, bilancini di precisione e materiali per il confezionamento delle dosi, a riscontro del suo coinvolgimento nell’attività illecita unitamente a R.L. 20enne di Caneva, B.M 20enne di Sarmede, T.G. 20enne di Revine Lago, K.O. 18enne di Susegana, P.E. una 22enne di San Vendemiano  e D.S.S. 19enne di Conegliano. 
La posizione dei giovani, tutti privi di stabile occupazione, alcuni di loro appartenenti a famiglie benestanti, è al vaglio dell’autorità giudiziaria di Treviso con probabile richiesta di rinvio a giudizio per spaccio. 
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