TREVISO «Il partito non c'è, ognuno fa quello che vuole. Quando nella Lega c'era un'organizzazione militare nessuno si sarebbe nemmeno sognato di fare certe cose». Fulvio Pettenà, ex presidente del consiglio provinciale e volto storico della Lega trevigiana, al solito non le manda a dire. E in questi giorni di massima tensione, scossi dal caso del bonus per i centri estivi incassato dalla senatrice Sonia Fregolent (240 euro dati dal comune di Sernaglia come rimborso per i centri estivi frequentati da figlio ndr), sta toccando con mano la rabbia che serpeggia nel partito: «Nessuno pensi di prendere in giro i militanti», sbotta.
L'INCONTRO
Ma mentre la base ribolle, il caso Fregolent si evolve.
LA RABBIA
Trappola o meno, i militanti che ogni settimana si danno da fare sul territorio, sono esterrefatti: «Io giro continuamente per le piazze e le osterie, parlo con la nostra gente e tutti mi dicono la stessa cosa - continua Pettenà - sono arrabbiati perché ormai la Lega viene omologata ad ben altri partiti di cui nessuno ha un buon ricordo. Assurdo parlare di parlamentari che prendono bonus pensati per chi è in difficoltà. Una volta avevamo sani principi morali. I vecchi militanti come me, anche quando occupavano posti di rilievo con tanta disponibilità economica, rimanevano quelli delle costicine alla sagra. Adesso è tutto perduto. Ma poi dico: abbiamo 40 parlamentari veneti. Non uno che abbia detto qualcosa, né sul caso della senatrice, né sulla questione sottosegretari che non abbiamo avuto. Niente. Non si sono fatti sentire, non hanno battuto i pugni sul tavolo. Nulla. E poi i nostri principi, totalmente smarriti. Bof fa quello che può, ma è un commissario con poteri limitati perché messo lì da qualcuno e senza il sostegno di un congresso alle spalle. E i congressi dobbiamo farli. L'unica nostra fortuna è che abbiamo il governatore Luca Zaia a tenere in piedi la baracca».
IL VERTICE
In questo clima incandescente una novità però c'è. Su impulso proprio di Stefani, i parlamentari hanno inviato una lettera a tutti i sindaci trevigiani invitandoli a degli incontri per parlare dei problemi del territorio. Il primo è previsto per lunedì, a palazzo Rinaldi. Sono stati invitati i primi cittadini di Treviso, Casale, Casier, Mogliano, Morgano, Preganziol, Quinto, Silea e Zero Branco. La lettera è firmata da tutti i deputati e senatori trevigiani, compresa la Fregolent. Sarà, insomma, il primo incontro pubblico dopo la grande bufera: «Come parlamentari del territorio - hanno scritto - avremmo il piacere di raccogliere le istanze provenienti dal territorio per tentare di portarle all'attenzione del nuovo Governo». Il 19 marzo invece lo stesso incontro sarà fatto nell'opitergino, altri ne verranno fatti in altri zone della provincia. L'occasione insomma è propizia per rasserenare gli animi anche se non mancano i sospetti. Uno su tutti: dagli inviti sono esclusi i consiglieri regionali. La frattura, insomma, non si ricompone.